Corsi fantasma all’Alto calore, esclusa la parte civile per una delle accuse

Alto Calore

Il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Avellino, Lorenzo Corona, ha deciso di escludere Alto Calore Servizi dalla costituzione di parte civile in relazione alla presunta malversazione di erogazioni pubbliche contestata a persone fisiche. La decisione arriva in risposta all’eccezione sollevata in aula dalla difesa di Michelangelo Ciarcia e Pantaleone Trasi, rappresentata dagli avvocati Caterina Migliaccio, Claudio Botti e Nello Pizza.

 

Secondo la tesi difensiva, già condivisa anche dagli altri legali presenti, una società imputata nello stesso procedimento non può costituirsi parte civile contro soggetti che la rappresentavano all’epoca dei fatti. In particolare, Alto Calore, in qualità di imputata, non può avanzare pretese risarcitorie nei confronti dell’ex amministratore unico Ciarcia, ritenuto tra i protagonisti della vicenda oggetto di giudizio.

 

Durante l’udienza, la difesa di Ciarcia ha inoltre presentato richiesta di riunione dei procedimenti, proponendo l’unificazione del processo in corso con un altro procedimento simile, già pendente davanti a un collegio presieduto dalla giudice Sonia Matarazzo. A supporto della richiesta è stato depositato un decreto contenente capi d’imputazione analoghi.

 

Alto Calore continuerà comunque a essere presente in aula con una doppia veste: come imputata, rappresentata dall’avvocato Fernando Taccone, e come parte civile limitatamente ai reati tributari, rappresentata dall’avvocato Benedetto Vittorio De Maio. Il giudice ha infatti accolto la costituzione di parte civile solo per questi specifici capi d’accusa, che erano stati invece esclusi dal procedimento principale.

 

Nel corso della stessa giornata, è attesa anche la decisione del Gup sulla richiesta di rinvio a giudizio avanzata dal pubblico ministero Luigi Iglio, relativa al cosiddetto “filone bis” dell’inchiesta. Quest’ultima parte dell’indagine, condotta dai militari della Guardia di Finanza del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Avellino,  coinvolge quattro indagati: l’ex amministratore unico Michelangelo Ciarcia, l’ex componente dello staff Pantaleone Trasi, il legale rappresentante della Cat Servizi alle Imprese srl Gerardo Santoli, e Raffaele Castagnozzi, procacciatore della stessa società.

 

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, i quattro avrebbero cercato di ottenere contributi pubblici da ANPAL – l’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro – allegando alla richiesta di saldo documentazione falsa relativa a corsi di formazione mai effettivamente svolti. Si tratta dei corsi “Project Manager” per 42 dipendenti, “Tecnico esperto del controllo qualità” per 23, e “Modulo di pianificazione e avvio del progetto” per 36 dipendenti dell’Alto Calore. I documenti allegati comprendevano anche attestati finali di “messa in trasparenza delle competenze”, rilasciati dalla società Cat Servizi.

 

La Procura, infine, contesta anche la responsabilità amministrativa della società.

Secondo l’accusa, Alto Calore Servizi non avrebbe adottato modelli organizzativi e gestionali idonei a prevenire il reato di malversazione, poi contestato come commesso nell’interesse e a vantaggio della società stessa.Questa inchiesta rappresenta il secondo procedimento giudiziario relativo alla gestione dei corsi di formazione interni all’ente.

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