
I giudici della V Sezione Penale della Corte di Appello di Napoli hanno dimezzato la condanna inflitta in primo grado, confermata in Appello e poi annullata con rinvio dalla Cassazione nei confronti del presunto boss Agostino Sangermano.
Due anni e dieci mesi di reclusione (e la scarcerazione per questa condanna dal carcere di Ancona, dove Sangermano sta scontando quella per associazione a delinquere) rispetto ai cinque anni e quattro mesi inflitta dal Gup del Tribunale di Napoli Valentina Giovanniello nei confronti di Sangermano per detenzione abusiva di arma e ricettazione di munizioni aggravate dal metodo mafioso.
Il processo veniva dal rinvio deciso dai giudici della Prima Sezione Penale della Corte di Cassazione che avevano annullato la decisione della Sesta Sezione Penale della Corte di Appello di Napoli che aveva confermato la condanna a cinque anni e quattro mesi inflitta dal Gup del Tribunale di Napoli Valentina Giovanniello nei confronti del presunto boss Sangermano, difeso dagli avvocati Raffaele Bizzarro e Nicola Quatrano e quella a quattro anni e otto mesi per Giovanni Minichini, difeso dall’avvocato Angelo Pignatelli (per lui in secondo grado, caduta l’aggravante mafiosa e pena ridotta a quattro anni)
. I magistrati avevano accolto i ricorsi delle difese ed escluso per Sangermano la recidiva e la detenzione di un serbatoio oltre a quello già contenuto nell’arma, rinviando per il trattamento sanzionatorio ad un nuovo giudizio davanti alla Corte di Appello di Napoli, in diversa composizione. Per Minichini, invece, esclusa l’aggravante del 416 bis. Anche per lui un processo di Appello era da rifare.
L’accusa era di detenzione di armi abusive e la ricettazione aggravata dal metodo mafioso per cui sia Minichini che Sangermano dovevano rispondere per quanto accaduto nel corso del blitz eseguito dal personale del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Castello di Cisterna e della Dia di Napoli durante le fasi di esecuzione della misura cautelare relativa al clan Sangermano.
A rinvenire le armi, il 3 novembre 2022, i carabinieri del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Castello di Cisterna chiamati ad eseguire le misure cautelari nei confronti dei presunti appartenenti al clan sangermano. I militari avevano bussato all’abitazione del boss Agostino Sangermano, lo stesso 44enne presunto capoclan era stato trovato in possesso, all’interno del giubbotto che indossava, di una pistola calibro 9 corto con matricola abrasa ed un colpo in canna e un altro serbatoio con undici colpi. Intanto i Carabinieri nell’eseguire la misura cautelare per Giovanni Minichini, rinvennero un’arma in suo possesso. In particolare sequestrarono una pistola calibro 6,35 con sette colpi nel serbatoio. In primo grado la Dda aveva chiesto per entrambi il giudizio immediato ma i due imputati scelsero di essere giudicati con il rito abbreviato, definito nel settembre del 2023. Sentenza prontamente impugnata dai loro legali e dunque il processo è approdato davanti ai giudici della VI sezione della Corte di Appello di Napoli.