Sale a 13 il numero degli indagati per l’aggressione avvenuta, il 22 ottobre scorso, ad un detenuto 25enne napoletano ridotto in gravi condizioni e tuttora ricoverato in fin di vita al Moscati nel Reparto di Rianimazione. Le indagini condotte dal personale della Polizia Penitenziaria hanno portato già alle prime iscrizioni nel registro degli indagati.
Ai primi dodici detenuti, che hanno ricevuto un decreto di sequestro, se ne è aggiunto anche un altro. In buona sostanza si tratta di materiale rinvenuto nel corso delle perquisizioni eseguite poche ore dopo il raid e consistente in scarpe, tute, scaldacollo che potrebbero presentare tracce utili, ed essere dunque oggetto di appositi rilievi del Dna del 25enne aggredito per identificare i detenuti che si sono resi autori del raid. Disposti gli accertamenti sui bastoni utilizzati nell’aggressione e sequestrati dagli agenti.
Le accuse provvisoriamente contestate ai dodici vanno dal tentato omicidio a quella di resistenza a pubblico ufficiale. Gli agenti della Polizia Penitenziaria vennero “bloccati” per consentire che il raid punitivo fosse portato a compimento. Una vicenda grave quella che di è registrata nel penitenziario avellinese, su cui la Procura irpina guidata da Domenico Airoma e la Sezione specifica che si occupa dei reati e della “criminalità intramuraria” sta lavorando per dare una risposta dal punto di vista Investigativo.Nei giorni successivi al raid punitivo una parte dei detenuti della Sezione Alta Sicurezza è stata trasferita in altre strutture Penitenziarie.
Per mettere in atto la spedizione punitiva, i detenuti dapprima, sequestrarono due agenti in servizio nelle sezioni, per poi bloccarli e picchiarli. Poi, gli hanno sottratto le chiavi e hanno raggiunto la sezione al primo piano per aggredire il 25enne. Il giovane è stato accoltellato con dei fendenti a braccia, gambe, torace e addome. Nella colluttazione gli è stato tagliato anche un lobo e ha rimediato un trauma cranico importante. Ricoverato in codice rosso, i medici della città Ospedaliera Moscati lo hanno sottoposto ad un delicato intervento neuro-chirurgico.
Sono quindi 13 i detenuti che avrebbero partecipato alla spedizione punitiva legata ad una guerra in atto nell’istituto penitenziario tra gruppi rivali. Gli inquirenti non escludono che potrebbe trattarsi di un episodio collegato alla violenta lite accaduta nella notte tra sabato e domenica scorsi nello stesso reparto detentivo e nella quale è rimasto ferito un altro recluso.