Avellino, il procuratore Airoma: “Clan disarticolati, ma il vuoto rischia di essere colmato da nuovi gruppi”

A margine dell’incontro promosso, oggi al cinema Eliseo, di Avellino tra istituzioni, forze dell’ordine, associazioni  e cittadini, il Procuratore della Repubblica di Avellino, Domenico Airoma, ha offerto una riflessione ampia sul ce non ha mancato di lanciare il monito ai cittadini di assumersi delle responsabilità.

“Significa prendersi cura della comunità. L’occasione è unica. Avrei voluto vedere, come diceva un noto radiocronista, spalti gremiti all’epide della capienza. Ma pazienza. Ruberò a voi qualche attimo per una riflessione di carattere generale”.

Airoma ha definito il proprio ruolo e quello della magistratura come quello di un “termometro” che misura le criticità sociali e criminali: “Io non sono un sociologo, spesso mi definisco un pessimologo: per me si studiano le cose cattive. E come ogni termometro che misura la febbre, molto spesso è destinatario degli strali, ma non perché la causa è la febbre, è semplicemente la misura”.

 

Il procuratore ha sottolineato la necessità di interrogarsi non solo sull’entità dei reati, ma anche sulla qualità del tessuto sociale da cui essi nascono:

“Per orientare al meglio le risorse investigative occorre interrogarsi sulla qualità del crimine e, di conseguenza, sulla qualità del corpo sociale. Interrogarsi sulla qualità di un corpo sociale significa chiedersi in che direzione quella comunità sta andando. Avellino vive una fase storica molto particolare, una contingenza di transizione”. Dal punto di vista criminale, ha riconosciuto i risultati ottenuti negli ultimi anni: “I clan camorristici che da tempo ammorbavano questa città sono stati in larga parte disarticolati. Chi vi parla, qualche anno fa, ha in qualche modo anche contribuito a questo. Anche i recenti processi, pur con qualche elemento di discontinuità, hanno attestato certamente una importante disarticolazione dei clan camorristici che hanno tanto fatto male a questa città”.

 

Ma a questa vittoria, ha avvertito, è seguito un rischio: “Questo in qualche modo ha aperto un vuoto, che viene purtroppo cercato di essere colmato da gruppi emergenti. Questo è quello che sta accadendo e che impone a tutti – non solo a noi investigatori – una speciale attenzione”.

 

Il procuratore ha ringraziato i reparti di polizia giudiziaria per l’impegno quotidiano, ma ha rivolto un appello anche ai cittadini: “I fenomeni criminali, soprattutto quelli organizzati, non piombano da Marte. Attecchiscono in contesti sociali ben precisi e si alimentano anche da atteggiamenti di acquiescenza, a volte di compiacimento, di assecondamento, talora di rassegnazione. Ecco, questo è un atteggiamento che favorisce l’attecchimento dei gruppi criminali”.

 

Airoma ha poi collegato il quadro sociale al momento istituzionale che la città vive: “Anche sotto questo profilo stiamo beneficiando di una contingenza particolare, che è quella del commissariamento del Comune. È un’occasione importante per rimodulare correttamente la macchina amministrativa. È in qualche modo un’ingessatura, ma la gessatura deve essere temporanea e deve lasciare posto alla fisiologia. Ripristinare la fisiologia non è soltanto un compito del commissario, ma certamente un compito di tutti quanti noi”.

il Capo della Procura di Avellino ha richiamato l’attenzione anche sui rischi di corruzione legati all’arrivo di nuove risorse finanziarie:“L’arrivo di risorse finanziarie certamente ha scatenato appetiti ad ogni livello. Spesso gettiamo la croce addosso al pubblico amministratore che si lascia corrompere, ma non riflettiamo abbastanza sul fatto che molto spesso quel pubblico funzionario risponde a una domanda di corruzione. Quante volte ho verificato che sono imprenditori, professionisti, cittadini a cercare di comprarsi i favori del pubblico amministratore”.

 

Infine un richiamo alla coscienza civica e alla responsabilità individuale: “Questo coinvolge tutta la comunità. Magari qualcuno mi odierà per quello che dico, ma lo faccio semplicemente perché svolgo questo compito e questo ruolo. Mi rendo conto che non posso piacere a tutti, ma io devo innanzitutto fare conto con la mia coscienza”.

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