Avellino: al Corso un caos generale e una bimba finisce in ospedale

Un caos lungo il Corso Vittorio Emanuele di Avellino, in una domenica trascorsa con la sfilata delle “zeze”, bambini in maschera, ragazzi che sfrecciavano in bicicletta, venditori abusivi di coriandoli e bombolette spray (scontrino: e cos’è?), spruzzi selvaggi ai danni di malcapitati cittadini, un rincorrersi di ragazzini fino a quando una bambina è andata a battere contro uno di quegli arredi urbani che dovrebbero dare una bella immagine del centro e che, invece, rappresentano un vero pericolo….


Un caos lungo il Corso Vittorio Emanuele di Avellino, in una domenica trascorsa con la sfilata delle “zeze”, bambini in maschera, ragazzi che sfrecciavano in bicicletta, venditori abusivi di coriandoli e bombolette spray (scontrino: e cos’è?), spruzzi selvaggi ai danni di malcapitati cittadini, un rincorrersi di ragazzini fino a quando una bambina è andata a battere contro uno di quegli arredi urbani che dovrebbero dare una bella immagine del centro e che, invece, rappresentano un vero pericolo.
La piccola è stata trasportata con una autoambulanza in ospedale per una brutta botta alla testa, tra lo spavento dei genitori e la curiosità dei passanti. Ora iniziano gli interrogativi: con tanta gente lungo l’arteria pedonale, non s’è visto alcun tutore dell’ordine.
C’era una volta il poliziotto di quartiere, andavano in coppia, e c’erano pure i carabinieri che svolgevano lo stesso compito. Forse la domenica il servizio è sospeso, chissà. Fatto sta che per il centro non si sono visti uomini in divisa in giro. C’erano però due solerti vigili che percorrevano il Corso, più che altro impegnati a controllare che dai varchi della zona pedonale non accedessero autovetture verso l’affollatissima strada: di più non potevano fare, nonostante la buona volontà. Altri due, a bordo di una Panda con il lampeggiante acceso, stazionavano comodamente all’angolo di Via Matteotti. Ordine e sicurezza pubblica, in questi casi, dovrebbero essere garantiti: non solo dai vigili urbani.

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