Avellino, 26enne aggredito in carcere e ridotto fin di vita trasferito al polo riabilitativo Don Gnocchi

Piccolo, il 26enne vittima di un’aggressione  da parte di altri detenuti  all’interno del carcere di Avellino  è stato trasferito nel centro di riabilitazione Don Gnocchi di Sant’Angelo dei Lombardi. I  familiari avevano promosso, il 22 maggio scorso,   una protesta civile davanti all’ospedale Moscati di Avellino, per chiedere cure adeguate per il  26enne napoletano   ridotto in fin di vita e che versa, ormai da mesi, in uno stato vegetativo all’ospedale Moscati di Avellino. Le strutture riabilitative, interpellate dal personale del nosocomio irpino,  avevano dato risposte negative per mancanza di posti liberi.  Poi si sono susseguiti gli appelli pubblici e finalmente è  arrivato l’atteso trasferimento in un polo riabilitativo di eccellenza.

Intanto la Procura di Avellino ha chiesto e ottenuto il Giudizio immediato per  i dieci  indagati per il brutale pestaggio a Paolo Piccolo, venticinque napoletano ridotto in fin di vita e vittima di un’una spedizione punitiva avvenuta ad ottobre 2024 all’interno della struttura penitenziaria irpina.

 

Il Gip del Tribunale di Avellino ha accolto la richiesta firmata dal sostituto procuratore che ha condotto le indagini, il pm Luigi Iglio, fissando il processo per il prossimo 27 giugno davanti ai magistrati del Collegio presieduto dal giudice Sonia Matarazzo, per i dieci detenuti raggiunti, il 10 marzo scorso,  da una misura cautelare in carcere. Gli indagati rispondono di tentato omicidio aggravato dalla crudeltà, resistenza a pubblico ufficiale e sequestro di persona.

 

La spedizione punitiva avvenuta il 22 ottobre 2024 è maturata nell’ambito delle faide tra i clan del Napoletano. Alcuni detenuti armati di bastoni di legno di ritorno dagli ambulatori e dalla infermiera sarebbero riusciti ad introdursi nel box riservato alla penitenziaria e dopo aver minacciato di morte i due agenti sono passati subito alle vie di fatto. Avrebbero bloccato, spingendolo contro il muro, uno dei due uomini in divisa, nel tentativo di sottrargli le chiavi del piano terra destro dove era ristretto il loro bersaglio.

Poi tutti insieme hanno costretto uno dei due agenti a seguirli fino al primo piano, mentre un altro ristretto – accusato di tentato omicidio – è rimasto all’interno del box per sorvegliare l’altro agente di turno, affinché non facesse scattare l’allarme sonoro, sotto minaccia di morte.

In seguito, il gruppo di aggressori ha raggiunto la cella della vittima, trascinandola fuori con forza e colpendola ripetutamente con oggetti contundenti.

L’uso di bastoni, calci e pugni ha avuto conseguenze gravissime per Piccolo, che ha riportato traumi estesi, tra cui un ematoma celebrale.

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