
La Corte di Cassazione ha annullato, per la seconda volta, la sentenza di condanna emessa nei confronti di Danilo Volzone, accusato del tentato omicidio di Francesco Liotti, ferito in un agguato avvenuto ad Avellino il 20 agosto 2020, in via Visconti. I magistrati della V Sezione Penale della Cassazione hanno infatti accolto il ricorso dei penalisti Gaetano Aufiero e Alfonso Furgiuele sull’unica aggravante rimasta in piedi nei confronti di Volzone, ovvero quella della premeditazione (l’aggravante del metodo mafioso era già caduta in Appello).
La vicenda giudiziaria: tra primo grado e Appello
Volzone era stato condannato in primo grado dal Tribunale Collegiale di Avellino a 14 anni di reclusione. La pena era stata successivamente ridotta a 13 anni dalla Sesta Sezione della Corte d’Appello di Napoli, in seguito all’esclusione dell’aggravante del metodo mafioso. Le intercettazioni, infatti, nel caso dovesse decadere l’aggravante della premeditazione non saranno più utilizzabili.
L’indagine era stata condotta dalla Squadra Mobile di Avellino, sotto il coordinamento della PM antimafia Anna Frasca, e aveva portato all’adozione di misure cautelari nei confronti di Volzone nel febbraio 2021. Alla discussione in Cassazione ha preso parte anche il Procuratore Generale.
Spetterà ora alla Corte d’Appello riesaminare il caso. Il nuovo collegio dovrà valutare se, alla luce dell’eventuale esclusione definitiva delle aggravanti, il restante impianto probatorio sia comunque sufficiente a sostenere l’accusa di tentato omicidio.
Il tentato omicidio ai danni di Francesco Carlo Liotti avvenne nell’agosto 2020. L’uomo fu raggiunto da uno dei colpi di pistola esplosi dal passeggero di un’autovettura, che lo aveva incrociato mentre percorreva a piedi Via Visconti ad Avellino. Le indagini condotte dagli inquirenti, principalmente basate sulle immagini delle telecamere di video sorveglianza, portarono all’arresto di Volzone qualche mese dopo la sparatoria. Il presunto movente dell’azione omicidiaria è legato ai conflitti tra i clan camorristici Partenio e Genovese, a cui sia Volzone che la vittima erano legati per frequentazioni e rapporti familiari.