Omicidio di Contrada, sequestri e fermo di un indiziato: il cerchio si stringe

Svolta nelle indagini per l’omicidio di Michele Tornatore, l’uomo rinvenuto carbonizzato nel portabagagli della sua Nissan Almera in località Pastinate a Montoro. Si tratta di un 53enne che risiede alla frazione Banzano di Montoro. L’indagato per il reato di concorso in omicidio è stato sottoposto ad interrogatorio dal Gip del Tribunale di Avellino Giovanfrancesco Fiore al termine del quale il magistrato ha emesso una misura cautelare nei confronti del pregiudicato.

Una vera e propria esecuzione quella che si è consumata nelle montagne tra Contrada e Montoro. Il corpo carbonizzato del 64enne è stato ritrovato nella mattinata dello scorso sette aprile. Il killer gli ha dapprima puntato la pistola alla testa e poi ha fatto fuoco. Il corpo senza vita di Tornatore è stato poi rinchiuso nel cofano di una autovettura ed è stato appiccato l’incendio. Questa la dinamica della feroce esecuzione. Sono stati alcuni tecnici comunali, impegnati in un sopralluogo per l’esecuzione di alcuni lavori, a dare l’allarme. 

Michele Tornatore stava scontando una pena per truffa nel carcere di Bellizzi e godeva del permesso per lavoro esterno. Martedì però non era rientrato. Le indagini dei carabinieri del nucleo operativo, per fare luce sull’orrore consumatosi nelle campagne tra Contrada e la frazione Banzano di Montoro, sono coordinate dalla Procura Antimafia. 

Nei giorni scorsi è arrivato il sequestro di un vasto appezzamento di terreno con un garage-scantinato: un prefabbricato, a poca distanza dal cimitero della popolosa frazione montorese, che potrebbe forse essere servito a pianificare l’agguato al 62enne. Ora il fermo del pregiudicato montorese indiziato di concorso in omidicio: tutti i pezzi del puzzle stanno andando al loro posto.

 

 

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