Sidigas, la situazione diventa complicata: c’è il rischio del fallimento

De Cesare - Sidigas

Sarà deciso a mezzogiorno del 19 novembre il futuro della Sidigas S.p.A. e di tutto quanto collegato alla società gestita dal patron Gianandrea De Cesare.

Nel corso dell’udienza fissata dinanzi al giudice Patrizia Grasso, dovranno essere chiariti importanti aspetti legati alla situazione giudiziaria dell’azienda di distribuzione del gas per la quale la Procura della Repubblica ha ottenuto il ripristino del sequestro preventivo dei beni per oltre 97 milioni di euro.

Rispetto all’azione penale, vi è un aspetto rilevante che ha indotto il presidente della Prima Sezione Ufficio procedure concorsuali del Tribunale di Avellino a chiedere conto delle ragioni di pagamenti non autorizzati per crediti anteriori al deposito della domanda della procedura concordataria.

Il rischio del fallimento

Ora quella richiesta potrebbe essere revocata e si aprirebbe quindi lo scenario del fallimento.

Il giudice Patrizia Grasso vorrà verificare se sia stato operato in dispregio della legge secondo cui non possono essere compiuti atti non autorizzati  lesivi dell’interesse di tutti i creditori.

Durante l’udienza del 19 novembre, le parti saranno presenti «per la declaratoria di improcedibilità della domanda di preconcordato e per la decisione sulle istanze di fallimento».

La situazione generale della Sidigas e della galassia ad essa collegata appare decisamente delicata anche alla luce di quanto continua ad emergere.

Resta fissata per il 6 novembre, intanto, la presentazione del piano di rientro, il cosiddetto concordato in bianco per il quale potrebbero esserci ripercussioni in base alle azioni del gruppo Sidigas che hanno indotto i giudici a fissate l’udienza del 19 novembre.

Ripercussioni sull’Avellino

Tutto questo provoca ripercussioni evidenti sulla possibile cessione dell’U.S.Avellino il cui capitale sociale è in possesso quasi interamente della Sidigas.

Per gli amministratori della Sidigas la questione Avellino è probabilmente una delle tante da affrontare. Non così per i tifosi e appassionati di calcio che vedono concretizzarsi il rischio di ripetere la stessa esperienza della Scandone, completamente abbandonata dai vertici della società del gas e dallo stesso Gianandrea De Cesare che giurava di potere risolvere tutto, professandosi grande appassionato di sport.

Riguardo alla società di calcio, ci sarebbero notevoli problemi a livello organizzativo che riguardano l’assenza di contrattualizzazioni per diversi soggetti che operano all’interno dell’Avellino calcio, con ruoli ben precisi.

Non è escluso un intervento dell’ispettorato del lavoro e della Guardia di Finanza per le necessarie verifiche.

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