Pagate e state senza pensieri, imprenditori nel mirino: arrestati 7 giovani di Monteforte

Senza pensieri, così avevano immaginato di stare quei giovani imprenditori pachistani che avevano aperto un negozio di gastronomia a Monteforte Irpino.

Persone perfettamente integrate nel territorio, quindi nessun fenomeno di xenofobia, ovvero di avversione verso gli stranieri.

Quei giovani sono diventate le vittime di un gruppo di delinquenti che ha provato in tutte le maniere di ottenere soldi ed altro.

Gli imprenditori però hanno denunciato tutto e questa mattina, all’alba, i Carabinieri del Comando Provinciale di Avellino hanno arrestato 7 persone (di età compresa tra i 24 ed i 45 anni) in esecuzione all’ordinanza di applicazione della misura cautelare emessa dall’ufficio Gip del Tribunale di Avellino, su richiesta della Procura della Repubblica di Avellino.

Si tratta di

Gli arrestati sono Aufiero Giampiero (26 anni), il cognato Barbaruolo Pino(44), Bianco Ferdinando (43), Coppola Francesco (25), i gemelli Di Somma Alessio e Ivan (34), Valente Saverio (35).

Le sette persone sono  perché ritenuti responsabili, in concorso, di “tentata estorsione”, “Porto e detenzione illegale di armi” “Lesioni personali aggravate” e, per uno di essi, in concorso con altre due persone, in corso di identificazione, anche di “Sequestro di persona”.

I fatti sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa dal colonnello Massimo Cagnazzo (nella foto).

Gli accadimenti oggetto del provvedimento si riferiscono ad una sequenza di allarmanti azioni violente perpetrate in brevissimo lasso di tempo dagli indagati, in particolare nei confronti di un commerciante di Monteforte Irpino (AV).

Tutto ha inizio con un tentativo di affermazione di predominio di un gruppo di soggetti residenti sul territorio di Monteforte Irpino, attuato attraverso una primigenia richiesta estorsiva, ovvero la pretesa del 20 % degli incassi della giornata, in cambio di “protezione” rivolta alla vittima che, rifiutando di aderire al versamento delle somme di denaro, a quelli che, di lì a poco, sarebbero diventati i suoi aguzzini, diveniva bersaglio di un’escalation di violenze.

L’attività investigativa, svolta dai Carabinieri della Stazione di Monteforte e del Nucleo Operativo della Compagnia di Baiano,  coordinata dalla Procura della Repubblica di Avellino, è iniziata nel settembre 2018  ed ha avuto origine da una richiesta estorsiva, in puro stile “camorristico”,  avanzata da uno degli indagati, 26enne del luogo, il quale, pochi giorni dopo l’apertura di un’attività commerciale da parte della compagna di un cittadino pakistano, si presentava con fare arrogante presso il suo negozio, destando l’allarme della titolare e dei suoi genitori.

Di lì a poco, il giovane, informato di quanto avvenuto, riusciva a contattare il “malvivente” a pochi passi dall’esercizio commerciale, per chiedergli spiegazioni in merito al suo comportamento, ricevendo a quel punto una richiesta inequivoca, profferita con tono minaccioso: “Devi darmi il 20% degli incassi dell’attività perché qui comando io!”.

Lo stesso, nell’occorso, era costretto a salire a bordo della propria autovettura con il giovane estorsore a cui lungo il tragitto percorso si sono aggiunti altri due complici e obbligato dapprima a dirigersi verso Napoli, per poi invece obbligarlo a fermarsi in una zona isolata del Comune di Monteforte, ove veniva minacciato con una pistola, dopo che l’utilizzatore aveva scarrellato, che gli veniva continuamente puntata contro.

Minacce, consistite nel prospettare danni alla persona e ai beni della vittima, alludendo alla capacità di garantire a lui ed all’attività commerciale della compagna la “protezione”, nonché invitandolo reiteratamene ad andare via dal territorio, implicitamente alludendo a possibili conseguenze dannose in caso di mancata adesione all’invito.

Quindi, dopo aver subito un vero e proprio sequestro di persona ed essere stato percosso alla testa con schiaffi e pugni, temendo per la propria incolumità, dopo essere stato “liberato”, anziché cedere alle richieste, decideva, in preda al terrore, di allertare il 112, richiedendo l’intervento dei Carabinieri e riferendo quanto accaduto nonché di temere per la propria incolumità.

La mancata immediata adesione all’illecita pretesa da parte del cittadino pakistano, induceva l’aguzzino a dare avvio ad una vera e propria escalation criminale che, sulla spinta della richiesta iniziale, si tramutava in poche ore in manifestazioni di sopraffazione verso quella che oramai era una vittima da piegare a tutti i costi al suo volere.

Vengono a questo punto direttamente coinvolti nelle azioni criminose la sorella del 26enne ed il compagno di quest’ultima 45enne, oltre alla cerchia di amici legati da consolidati rapporti di frequentazione.

E, difatti, l’aguzzino insieme alla sua cerchia di amici ed al “cognato”, organizzavano e realizzavano,  la sera del 17 settembre 2018, armati di spranghe, bastoni, coltelli (poi rinvenuti nascosti in una siepe dai Carabinieri intervenuti), ed utilizzando anche un taser.

Una vera e propria spedizione punitiva, recandosi presso l’esercizio commerciale, un feroce pestaggio avvenuto selvaggiamente con calci pugni schiaffi,  procurando loro policontusioni in diverse parti del corpo, che solo grazie all’intervento di altri cittadini pakistani, presenti nel locale, non sortiva più gravi conseguenze.

Tutti gli indagati agivano supportati ”dalla deprecabile forza del gruppo, con premeditazione ed armati, con suddivisione di ruoli, in modo preordinato, concorrendo nelle condotte delittuose finalizzate a realizzare l’attività estorsiva ai danni dei cittadini pakistani”.

L’A.G., concordando con le risultanze dell’attività investigativa svolta dai Carabinieri ha quindi disposto, per i sette indagati, l’applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari, in considerazione della gravità del movente dell’azione, finalizzala a realizzare attività di estorsione ai danni di cittadini che da poco avevano avviato un’attività commerciale sul territorio di Monteforte Irpino

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