Mazzette per pilotare sentenze tributarie: le condanne

Si è concluso il processo per il primo filone dell’inchiesta denominata “Ground Zero” che portò alla luce un giro di mazzette per «correggere» le sentenze di primo grado, presso la commissione tributaria di Salerno con il coinvolgimento di giudici compiacenti, funzionari corrotti ed imprenditori.

Ci sarà poi un altro processo per il quale sono coinvolti altri personaggi irpini, come l’ex giudice tributario Antonio Mauriello e il produttore televisivo Casimiro Lieto, finiti in manette nel successivo filone dell’inchiesta, conclusasi ad ottobre dello scorso anno.

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Prima fase

Esattamente un anno fa (era il 15 maggio del 2019) i finanzieri del Nucleo di polizia economica, coordinati dal sostituto procuratore Guarino, eseguirono le ordinanze restrittive (a carico di due giudici, due impiegati, sei imprenditori e quattro consulenti) emesse dal gip Piero Indinnimeo.

Secondo quanto emerso dalle indagini, difatti, l’ipotesi contestata era quello di un presunto giro di mazzette per corregge le sentenze della commissione tributaria. E precisamente, al centro della prima inchiesta (pochi mesi dopo ci fu una nuova ondata di arresti) c’erano dieci cause tributarie per un valore d’imposta di quindici milioni di euro.

Ad incastrare tutti, anche i video che testimoniavano il passaggio di buste, contenenti denaro, tra imprenditori, consulenti e impiegati oltre che una serie di intercettazioni telefoniche ed ambientali.

Le condanne

Il gup Gennaro Mastrangelo ha emesso le condanne (per la prima fase) che risultano per tutti ancora più «importanti» visto che c’è uno sconto di pena per il rito alternativo (abbreviato o patteggiamento).

Quattro anni e sei mesi di reclusione per l’imprenditore Alfonso De Vivo, per il quale c’era stata la richiesta di assoluzione del pm

Assolto Franco Spanò, il figlio del giudice per il quale il padre avrebbe chiesto un posto di lavoro presso un’azienda «cliente» della sua commissione.

Sei anni, tre mesi e tre giorni per il giudice Fernando Spanò.

Quattro anni ed otto mesi per il giudice Giuseppe De Camillis.

Cinque anni, sei mesi e venti giorni per Salvatore Sammartino, uno dei segretari, cinque anni quattro mesi e venti giorni per il collega Giuseppe Naimoli.

Un anno, nove mesi e dieci giorni (pena sospesa) per l’imprenditore Antonio D’Ambrosi.

Quattro anni e due mesi per l’ex parlamentare Teodoro Tascone, 78 anni, originario di Baiano ma residente a Pontecagnano.

Per Vincenzo Castellano, commercialista di Ariano Irpino, inizierà a breve il processo con il rito ordinario, in calendario lo scorso 12 febbraio e poi rinviato.

Successivamente sarà svolto il processo per il secondo filone dell’indagine relativa all’azione di giudici tributari, per l’inchiesta dell’ottobre 2019.

Nonostante il primo blitz, che ha portato all’emissione di queste condanne, l’attività era proseguita come se niente fosse accaduto…

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