Incendio Avellino, tra allarme Asl e normalità Arpac: la gente è frastornata

E allora, com’è la situazione per gli abitanti di Avellino e degli altri 19 comuni interessati dalle conseguenze dell’incendio alla fabbrica ICS di Pianodardine?

La concentrazione di diossine e furani risulta essere molto bassa anche rispetto ad altri incendi in Campania: così dice l’Arpac, che ha reso noto finalmente i dati del primo campionamento, tre giorni  dopo l’incendio di Pianodardine allenuto alle 13,30 dello scorso venerdì.

L’Arpac ha reso noto anche una tabella fitta di dati che solo menti allenate ed esperti delsettore possono interpretare e decifrase.

Interrogativi inquietanti

La gente vuole semplicemente sapere: com’è l’aria che respiriamo? C’è rischio per la popolazione, per gli umani e gli animali, peri prodotti della terra che vengono coltivati nelle zone interssate.

Quanto ai dati dell’Arpac, prossimamente vi forniremo uno studio nostro, fatto attraverso i dati pubblicati negli scorsi mesi e che non convincono granchè.

Ma quello è un discorso diverso. Ne riparleremo.

Al momento interessa sapere come stannole cose, per davvero. Senza tante chiacchiere, senza giri di parole, interpretazioni varie che somigliano ai dati elettorali, quando tutti i partiti vincono e nessuno mai perde, dipende da come si leggono i numeri e come vengono spiegati.

La nota ufficiale

L’Arpac ha ufficialmente spiegato: “Sono disponibili i primi risultati sulle concentrazioni di diossine riscontrate in aria in seguito all’incendio verificatosi lo scorso 13 settembre nella sede dell’azienda I.C.S. S.pA situata nella zona industriale di Avellino in località Pianodardine.

Il comunicato prosegue con spiegazioni tecniche simili al politichese ma, in realtà, viene detto che c’è poco da preoccuparsi. Si attende comunque l’esito di un secondo campionamento  “inerente la determinazione di diossine e furani (PCDD-PCDF) in aria campionata nelle ore immediatamente precedenti allo spegnimento definitivo dell’incendio,  campionamento eseguito tramite una pompa ad alto flusso collocata nei pressi della città ospedaliera di Avellino”.

“Atteso che la fonte primaria di diossine (incendio) è stata estinta  già nella serata deIlo stesso  giorno dell’incidente, 13 settembre, i  risultati relativi al  secondo campionamento costituiranno un dato più significativo ed organico per valutare la portata del valore di diossine nell’aria ambiente. I rapporti di prova relativi al successivo campionamento verranno probabilmente pubblicati nella giornata di domani”.

I divieti dell’Asl

Secondo quanto comunicato dall’Asl di Avellino, invece, c’è da preoccuparsi eccome.

Due giorni dopo l’incendio, l’Asl s’è finalmente preoccupata di emanare una nota ufficiale (LEGGI QUI) facendo divieto della raccolta e il consumo di frutta, verdura e ortaggi.

Con tale comunicazion, c’è il divieto di utilizzo di acque attinte da pozzi per uso irriguo e di alimentazione zootecnica e di pascolamento sull’intero territorio comunale.

E ancora, vige il divieto di utilizzo di latte e uova prodotti nelle aziende zootecniche ed avicole, anche se di autoconsumo.
I comuni interessati ed indicati dall’analisi del rischio e dalla cartografia elaborate da ORSA sono i seguenti: Avellino, Atripalda, Aiello del Sabato, Contrada, Grottolella, Manocalzati, Montefredane, Montoro, San Potito Ultra.

Come comportarsi?

E allora? L’aria è buona e i terreni sono inquinati. Questo viene fuori mettendo a confronto le spiegazioni tecniche e scientifiche, le circolari e le raccomandazioni.

Intanto gli agricoltori dei comuni interessati rischiano danni incalcolabili. Occorre fare presto e spiegare bene come stanno le cose, dare informazioni precise.

Riuscianno gli enti preposti a fornire qualche valido chiarimento?

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