Incendio Avellino: spunta l’ombra del racket?

La Procura della Repubblica di Avellino indaga per disastro ambientale.

E’ questa l’ipotesi di reato per il drammatico incendio di Pianodardine alla ICS.

L’indagine per il disastro avvenuto presso l’ex Magneti Marelli è coordinata dal procuratore aggiunto Vincenzo D’Onofrio ed affidata al sostituto Cecilia Annecchini che ha compiuto un sopralluogo sui luoghi distrutti dalle fiamme.

L’area è stata sequestrata dopo avere completato le operazioni di messa in sicurezza dello stabilimento dai vigili del fuoco.

Le indagini procedono in modo veloce ma attento, affidate agli investigatori dei Carabinieri coordinati dal capitano Quintino Russo.

L’ufficiale si avvale della collaborazione di un pool di investigatori particolarmente competenti per questo tipo di eventi, alcuni avvenuti recentemente in Campania e con modalità simili rispetto a quello di Avellino..

Incendio doloso

Circa il dolo, pare non vi siano dubbi.

Escluse le ipotesi he a provocare le fiamme siano stati un femomeno di autocombiustione o un corto circuito elettrico.

Non resta che l’ipotesi di incendio doloso e in questo caso l’ombra del racket comincia a diventare qualcosa di concreto su cui indagare con particolare attenzione.

Sarà l’indagine a stabilire questo. Acquisite le immagini delle telecamere in zona: gli investigatori le stanno visionando per verificare strani movimenti.

Interrogatori sono in corso anche per dirigenti e maestranze della fabbrica andata a fuoco.

Vigili in ritardo

Dovranno essere chiariti numerisi aspetti. Partendo dall’inizio di questa storia.

Vero che i dipendenti della ICS erano in pausa pranzo ma come mai nessuno, tra le persone presenti nello stabilimento, si sia accorto dell’inizio dell’incendio?

Come mai non è stato dato immediatamente l’allarme?

La telefonata ai Vigili del Fuoco, infatti, sarebbe arrivata quando le fiamme erano già alte e sarebbero state persone fuori dalla fabbrica a comporre il 115 per dare l’allarme.

Qualcuno ha intanto attivato i sistemi anti incendio di cui deve essere dotata ogni azienda.

Insomma, almeno un estintore è stato utilizzato?

Il ritardo nell’intervento, sicuramente non è dipeso dai Vigili del Fuoco, che si sono poi prodigati fino all’inverosimile.

Un arrivo più veloce sul luogo del disastro probabilmente avrebbe potuto limitare i danni provocati dall’incendio.

Materiale stoccato

Dalle immagini che Irpiniaoggi ha pubblicato (LEGGI QUI) appare evidente che, negli ultimi nove anni, il materiale stoccato nei piazzali della ICS è notevolmente aumentato.

Rispetto a tale variazione, erano state adeguate le misure di sicurezza anti incendio?

Molti chiarimenti potranno giungere dadirigenti e mastranze della fabbrica e da chi riveste incarichi di responsabilità. Saranno sentiti anche i vertici del gruppo aziendali a cui fa capo la ICS di Avellino.

Importanti pure le testimonianze  di quanti operano nei dintorni della ICS.

Riunione in Prefettura

C’è preoccupazione tra la popolazione, accresciuta dall’assenza di informazioni ufficiali.

Il Comune di Avellino candidamente ha avvisato i cittadini di “seguire radio e tv” scrollandosi di dosso qualsiasi responsabilità circa la diffusione di notizie.

L’assenza di informazione provoca ulteriore ansia, specialmente quando si diffondono voci e sussurri per i quali poi si va alla ricerca di conferme o smentite.

I dati dell’Arpac

Domani, domenica, è in programma una riunione in Prefettura alla quale parteciperanno i responsabili degli enti interessati, oltre ai rappresentanti delle forze dell’ordine.

Dovrebbero essere disponibili anche i dati dell’Arpac, che diventano fondamentali per decidere il da farsi.

Nel corso del vertice indetto dal Prefetto, si discuterà circa la necessità di tenere le scuole ancora chiuse mentre tutte le manifestazioni all’aperto sono state annullate.

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