Solofra: concerie sequestrate per inquinamento

Solofra: concerie sequestrate per inquinamento
Ancora una volta, i Carabinieri della Stazione di Solofra hanno dovuto apporre i sigilli a ben 2 aziende conciarie del polo industriale di Solofra e, purtroppo anche in questa occasione, i reati contestati ai due rispettivi imprenditori sono più che altro legati all’inquinamento ambientale. Il contr…

Solofra: concerie sequestrate per inquinamento

Ancora una volta, i Carabinieri della Stazione di Solofra hanno dovuto apporre i sigilli a ben 2 aziende conciarie del polo industriale di Solofra e, purtroppo anche in questa occasione, i reati contestati ai due rispettivi imprenditori sono più che altro legati all’inquinamento ambientale. Il controllo è stato compiuto nella giornata di ieri, ed è stato condotto in modo congiunto dai militari della Stazione dei Carabinieri di Solofra e dai colleghi del Nucleo Operativo Ecologico (il famoso NOE) di Salerno. Le due aziende conciarie controllate insistono entrambe all’interno di uno stesso stabilimento di proprietà di terzi che si trova in via Toro Sottano, quindi non molto lontano dalle zone più centrali della cittadina di Solfora. Al momento del controllo, i carabinieri hanno trovato le due aziende in piena attività produttiva e durante i controlli eseguiti sui lavoratori, sono stati trovati ben 3 lavoratori irregolari. Addirittura, due di essi – alla vista dei carabinieri – sono fuggiti a gambe levate tanto che i militari hanno dovuto rincorrerli e li hanno bloccati ben fuori dallo stabilimento conciario. Il motivo della fuga era semplicissimo: il primo lavoratore percepiva una pensione per anzianità e quindi era proprio impossibile che fosse assunto, mentre l’altro era in mobilità dal mese di ottobre 2008. Per la terza lavoratrice in nero, anche in questo caso la donna non era assunto perché già percepiva altra indennità per disoccupazione. Terminata la fase dei controlli ai lavoratori, i militari dell’Arma sono passati all’esame delle autorizzazioni ad esercitare l’attività lavorativa. Anche in questo caso le cose non sono andate molto bene per i due imprenditori: mancava infatti la prevista autorizzazione ambientale per l’emissione dei fumi nell’atmosfera, l’autorizzazione sanitaria, il certificato di prevenzione incendi relativo al capannone e – soprattutto – erano state violate moltissime delle prescrizioni della legge sulla sicurezza sui luoghi di lavoro. Non era mai stata fatta l’istruzione del personale, né la prevista visita medica, né era mai stato individuato il responsabile antinfortunistica o tanto meno redatto il documento di valutazione dei rischi derivanti dall’attività produttiva. Ma ciò che ha più di tutto sorpreso i carabinieri che stavano effettuando il controllo è stato il modo di smaltire i rifiuti provenienti dall’attività di concia della pelle. Infatti, i liquami prodotti dalla lavorazione nei bottali andava per la maggior parte a finire direttamente nell’impianto fognario pubblico. In più, all’esterno dello stabilimento erano state create delle vere e proprie vasche di stoccaggio, dagli ovvi olezzi nauseabondi, che sono in aperto contrasto con le varie ordinanze che il Sindaco di Solfora ha emesso a riguardo. Tutto ciò, oltre a costituire un gravissimo fatto di inquinamento ambientale proprio in pieno centro città, è stato il fondamento su cui i carabinieri di Solfora hanno deferito in stato di libertà i due imprenditori solofrani e apposto i sigilli alle due concerie.

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