Raid al cantiere perchè rifiutò di pagare il pizzo: due arresti

Nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli – Direzione Distrettuale Antimafia, la Squadra Mobile della Questura di Avellino ha dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.l.P. del Tribunale di Napoli, nei confronti di due persone per i reati di tentata estorsione, danneggiamento, detenzione e omessa denuncia di materiale esplodente, aggravati dal metodo mafioso, commessi ai danni del titolare di un’impresa edile di Moschiano. …

Nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli – Direzione Distrettuale Antimafia, la Squadra Mobile della Questura di Avellino ha dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.l.P. del Tribunale di Napoli, nei confronti di due persone per i reati di tentata estorsione, danneggiamento, detenzione e omessa denuncia di materiale esplodente, aggravati dal metodo mafioso, commessi ai danni del titolare di un’impresa edile di Moschiano.
L’attività investigativa era stata avviata nel luglio scorso, quando, nella notte, fu fatto esplodere un ordigno che danneggiò un container posto aI|’interno di un cantiere di un’impresa edile impegnata nella realizzazione di un immobile a Marzano di Nola.
Le indagini, considerate le modalità esecutive de|l’attentato, furono subito indirizzate verso persone ritenute affiliate al sodalizio dei Cava, organizzazione camorristica tuttora attiva in quel territorio nonostante le numerose indagini condotte in passato che ne hanno fortemente limitata |’azione criminale.
Grazie al|’approfondimento investigativo, è stato possibile ricostruire nel dettaglio la vicenda estorsiva e le gravi minacce subite dall’imprenditore, culminate ne||’attentato del luglio scorso.
In particolare, è emerso che la decisione di danneggiare il cantiere fu la conseguenza del rifiuto dell’imprenditore a pagare la cifra di 30mila euro richiesta a titolo estorsivo. Una delle due persone colpite dalla misura cautelare è un nipote di Biagio Cava, ritenuto capo delI’omonimo sodalizio.

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