Pronto il nome dell’autore dell’atto vandalico

Il nome del ragazzo che ha frantumato il finestrino della vettura su cui viaggiava il presidente del Verona, con Luca Toni e altre tre persone, tra oggi e domani sarà dato in pasto all’opinione pubblica. Lo chiede l’Europa. Pardon, lo chiede il sindaco di Verona che, pretende di conoscere anche i nomi dei vigili urbani che si sarebbero girati dall’altro lato mentre la mano assassina mandava in frantumi il finestrino.
Tutto questo senza che il sindaco di Avellino si adoperi per difendere ad…

Il nome del ragazzo che ha frantumato il finestrino della vettura su cui viaggiava il presidente del Verona, con Luca Toni e altre tre persone, tra oggi e domani sarà dato in pasto all’opinione pubblica. Lo chiede l’Europa. Pardon, lo chiede il sindaco di Verona che, pretende di conoscere anche i nomi dei vigili urbani che si sarebbero girati dall’altro lato mentre la mano assassina mandava in frantumi il finestrino.
Tutto questo senza che il sindaco di Avellino si adoperi per difendere adeguatamente il nome della sua città che ha subito preso le distanze dal teppista di turno. No, tutto scuse e salamelecchi, nemmeno un timido: “Stai sereno, Tosi”. Come pure uno “stai sereno, Toni” sarebbe stato opportuno dirlo pure all’ex calciatore della nazionale ora dirigente del Verona che ha raccontato l’episodio, fino alla nausea, a chiunque gli passasse davanti con un microfono, anche con un telefonino. Giusto, per la par condicio ma tanta dovizia di particolari: ha descritto la sciarpa che il presidente aveva al collo “di un giallo che proprio giallo non e di un azzurro che è un pò sbiadito”. Gialloblu, insomma. E poi: “Abbiamo visto due vigili urbani(ma in realtà erano tre…), ci siamo sentiti al sicuro ma loro si sono girati dall’altro lato”. Botte (il Questore di Avellino) ha messo fretta ai suoi collaboratori per chiudere subito le indagini. Lo chiede l’Europa. Pardon, lo chiede il Ministero. Un po’ come avviene quando c’è un omicidio: se non trovi l’assassino nelle ore immediatamente successive al fatto, rischi di fare la fine dei tanti casi insoluti registrati negli ultimi anni in Italia. Ma in questo caso non c’è fretta, non deve essercene. Per due motivi: 1) l’autore di quel gesto può essere individuato pure dopo mesi, come avvenuto in occasione della rissa che ha poi portato all’emissione di un gran numero di daspo (i tifosi e i poliziotti sanno di cosa stiamo parlando);
2) – fare una bella pausa di riflessione, ricostruire nei dettagli come sono andate le cose, chiarire tante sfaccettature, selezionare ogni parola di quel racconto. E cominciare a porsi qualche interrogativo.
Noi ne abbiamo tanti e li sottoporremo presto all’attenzione generale. Ma adesso non disturbiamo gli investigatori.

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