Omicidio Tornatore, Vietri fornisce una nuova versione

Riportiamo le dichiarazioni spontanee rese dall’imputato Francesco Vietri, il 54enne di Montoro detenuto presso il carcere di Benevento per l’omicidio di Michele Tornatore. L’uomo è difeso dagli avvocati Italo Benigni e Anna Caserta.

Vietri, in aula, ha ritrattato tutto quanto raccontato alla polizia giudiziaria sostenendo di aver raccontato solo bugie per timore di essere arrestato e fornisce un’altra versione dei fatti:

“Non sono coinvolto nell’omicidio di Michele Tornatore. La sua auto è stata portata davanti al mio deposito di Montoro, la mattina del 4 aprile, da un giovane con accento romeno dicendomi che in serata Michele e Rocco Ravallese sarebbero venuti a riprenderla.

Il giovane si è allontanato e dopo pochissimi minuti è arriva Rocco Ravallese che ha aperto la macchina e ha preso un cellulare rompendolo. Alla mie domande ha risposto che il telefono era suo e che in serata sarebbero venuti a prendere l’auto”.

Ed ancora:

“Ho notato una macchia di sangue che ho pulito con uno straccio vecchio trovato nel deposito e con un secchio. È in quella circostanza che, probabilmente, la mia scarpa si è sporcata del sangue della vittima. A quel punto ho pensato che avessero investito qualcuno. Cos’ ho chiesto a Rainone di accompagnarmi in località Serre per liberarmi di quell’auto che con un cavatappi sono riuscito a forzare ed a mettere in moto.

Ho aperto il cofano, tolto la scatola del gps, mettendola in tasca e ho raggiunto l’auto di Rainone che mi aspettava dopo la curva. Delle fiamme date alla Nissan Almera l’ho appreso diversi giorni dopo al Comando dei carabinieri”.

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