Omicidio Tornatore, tracce sulle scarpe di Vietri

“O maronna, il sequestro delle scarpe marroni è un guaio”. Sarebbero queste le dichiarazioni di Francesco Vietri (detenuto con l’accusa di omicidio e distruzione di cadavere) intercettate dagli inquirenti duranti i colloqui in carcere con i familiari. Insieme a lui, dietro le sbarre, anche Pasquale Rainone (accusato di distruzione di cadavere).

Quando la moglie dell’imputato riferisce al marito che le famose scarpe marroni erano state sequestrate presso la loro abitazione, l’uomo porta la mano alla fronte in segno di sconforto per poi pronunciare la suddetta frase.

Ieri mattina, davanti alla Corte di Assise del tribunale di Avellino, presieduto dal giudice Luigi Buono, è stato ascoltato il maresciallo dei Carabinieri Gerardo Lombardi che ha riferito anche altri particolari emersi durante l’attività di intercettazione durante i colloqui in carcere.

In un’altra occasione, infatti, Vietri nel salutare il figlio Carmine, avrebbe detto a voce bassa: «Salutami Gerardo, digli che è tutto ok».

Si tratterebbe di Gerardo Iannone, 50enne di Mercato San Severino, detenuto presso il carcere di Bellizzi Irpino per altra causa insieme a Roberto Guarnaccia 31enne, originario di Nocera Inferiore e residente a Mercato San Severino e Rocco Ravallese difeso dagli avvocati Raffaele Tecce e Alberico Villani, con l’accusa di concorso in omicidio.

A distanza di qualche giorno dal colloquio in carcere con il padre, Carmine si sarebbe recato presso l’abitazione di Gerardo Iannone.

Ad immortalarlo, le telecamere installate in zona dagli inquirenti, a conferma della loro tesi.

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