Morta dopo il parto, la famiglia chiama l’Ordine dei medici

SOLOFRA – Nuovi sviluppi nella vicenda di Marina De Piano la giovane madre morta dopo il parto. I legali della famiglia in una nota: “Il sig. Mario De Piano, padre della povera Marina, scomparsa il 4 giugno di due anni fa a soli ventisette anni, ricoverata per il parto presso l’U.O. di Ostetricia e Ginecologia del “Landolfi” di Solofra per poi essere trasferita, il primo luglio 2012, presso il “Moscati” di Avellino, dopo quasi un mese di degenza in cui le sue condizioni di salute continuavano a…

SOLOFRA – Nuovi sviluppi nella vicenda di Marina De Piano la giovane madre morta dopo il parto. I legali della famiglia in una nota: “Il sig. Mario De Piano, padre della povera Marina, scomparsa il 4 giugno di due anni fa a soli ventisette anni, ricoverata per il parto presso l’U.O. di Ostetricia e Ginecologia del “Landolfi” di Solofra per poi essere trasferita, il primo luglio 2012, presso il “Moscati” di Avellino, dopo quasi un mese di degenza in cui le sue condizioni di salute continuavano a peggiorare, ha presentato un esposto all’Ordine dei Medici europeo, nazionale e provinciale per denunciare l’accaduto. I medici che hanno seguito la sig.ra De Piano Marina per tutto il corso della gravidanza sono attualmente indagati nell’ambito di un procedimento penale per omicidio colposo. I consulenti tecnici nominati dal magistrato del Pubblico Ministero hanno riscontrato chiaramente la responsabilità medica per il decesso della giovane Marina. Allo stesso modo, i periti nominati dal Giudice per le indagini preliminari in sede di incidente probatorio hanno depositato relazioni medico – legali in cui viene espressamente affermato che “una conduzione ragionevole del caso di specie avrebbe interferito in melius con la catena degli eventi e migliorato la prognosi, in termini di sopravvivenza almeno nel medio termine. Il sig. De Piano ha intesa denunciare in particolare la condotta della dott.ssa Manzo Adelaide e del dott. Tesorio Nicola, entrambi in servizio presso l’Ospedale Landolfi di Solofra. Durante la degenza della povera Marina presso il nosocomio solofrano, infatti, il sig. De Piano ed i suoi familiari chiedevano quotidianamente ai dottori Manzo e Tesorio chiarimenti sullo stato di salute della figlia, palesando a gran voce le proprie perplessità circa il graduale ed obiettivo peggioramento delle condizioni della medesima. I sanitari, tuttavia, nelle innumerevoli occasioni di colloquio con il padre di Marina ed i suoi familiari, si limitavano a dare risposte evasive ed inconsistenti, che troppo spesso tradivano un irriguardoso disinteresse nei confronti di una situazione della cui gravità non apparivano mai pienamente consapevoli. In numerose occasioni il dott. Tesorio manifestava, in relazione alle crescenti preoccupazioni del sig. De Piano e di sua moglie, un atteggiamento sbrigativo, al limite della superficialità, non risparmiando parole ironiche, che mettevano a dura prova la pazienza e la fiducia che il papà di Marina ed i suoi parenti avevano ciecamente riposto in lui e nel suo staff medico. Il De Piano, nel corso della lunga e travagliata degenza della povera Marina aveva addirittura suggerito il trasferimento della figlia presso altra struttura, meglio attrezzata del Landolfi di Solofra, con l’unico effetto di acuire l’alterigia e la boria del Tesorio e della Manzo, i quali si professavano prontissimi ad affrontare qualunque evento, garantendo che la paziente era in ottime mani, per poi disporre, con fatale ritardo, l’invocato trasferimento presso l’Ospedale “San Giuseppe Moscati” di Avellino. L’esposto depositato all’Ordine dei medici sottolinea incisivamente che i dottori Tesorio Nicola e Manzo Adelaide hanno tradito la fiducia in loro riposta dal padre di una ventisettenne che era stata ricoverata per dare alla luce un bambino che oggi gode di ottima salute, il piccolo Achille, violando le regole di diligenza e perizia che la professione di medico impone. Il De Piano ha invocato, dunque, l’intervento dell’Ordine dei Medici affinché siano adottati provvedimenti disciplinari finalizzati soprattutto a scongiurare il rischio che la tragedia che lo ha colpito non si ripeta ancora”.

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