Inchiesta accreditamento Malzoni, 16 rinvii a giudizio

Rinviati a giudizio 15 dei 16 indagati relativamente all’inchiesta sull’accreditamento della Clinica Malzoni di Avellino. Lo ha stabilito il gup Sicuranza che ha confermato quasi tutti i capi di imputazione. Tra questi falso in scrittura privata, abuso d’ufficio e omissione in atti d’ufficio. Il prossimo 23 marzo si terrà la prima udienza del processo. Eccetto Carmelo Padula (era accusato di falso ideologico), sono stati rinviati a giudizio: Carmine Malzoni e Raffaele Ianuale (ex amministratori …

Rinviati a giudizio 15 dei 16 indagati relativamente all’inchiesta sull’accreditamento della Clinica Malzoni di Avellino. Lo ha stabilito il gup Sicuranza che ha confermato quasi tutti i capi di imputazione. Tra questi falso in scrittura privata, abuso d’ufficio e omissione in atti d’ufficio. Il prossimo 23 marzo si terrà la prima udienza del processo. Eccetto Carmelo Padula (era accusato di falso ideologico), sono stati rinviati a giudizio: Carmine Malzoni e Raffaele Ianuale (ex amministratori della clinica Malzoni); Sergio Florio (ex direttore generale dell’Asl di Avellino); Giuseppe Galasso (ex sindaco di Avellino); i tecnici del Comune Giovanni Errico, Luigi De Cesare, Giovanni Iannacone, Michele Di Iorio, Francesco Tizzani e Ciro Melillo; e quelli della clinica Carmine D’Orsi e Silverio Fiacchino; Marco De Angelis, Aleksander Iaccarino e Celestino Nardolillo, titolari delle imprese che hanno eseguito gli interventi.
Durante la conferenza stampa tenutasi ieri pomeriggio al Circolo della Stampa di Avellino, il dott. Carmelo Padula ha raccontato alcuni particolari della vicenda: “Quando sono stato nominato da Florio, voleva farmi fare un lavoro di quattro anni in due giorni. Non potendolo fare ho esaminato i documenti ed ho riscontrato che l’Asl non aveva effettuato i sopralluoghi nelle cliniche private. Ho chiesto a tutti di adeguarsi, le altre cliniche lo hanno fatto, ma la Malzoni persisteva nel non adeguarsi. Il manager Florio mi aveva sollevato dall’incarico affidandolo monentaneamente ad un collega di Caserta. Dopo otto mesi sono riusciti ad ottenere un progetto che io stesso ho firmato, ritenendolo valido per la certificazione. La cosa incredibile e che avevo chiesto alla Malzoni in più occasioni di presentarmi un progetto diverso, ma non lo hanno mai fatto, mentre quello presentato al consulente esterno, che si è occupato soltanto della Malzoni, era nuovo. Dai sopralluoghi effettuati mancavano porte anticendio e ascensori per citarne alcune, carenze per le quali non era possibile rilasciare la certificazione utile all’accreditamento.
La Malzoni – conclude Padula – è al momento operativa con un’autorizzazione momentanea grazie al progetto di ristrutturazione presentato in Regione, ma l’accreditamento definitivo stenta ad arrivare, è fermo da un anno in Regione, e ciò è alquanto strano”.

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