Furia omicida del Gimmelli causata da un cocktail di alcol e droga

Saranno gli esami del sangue a confermare se Gianmarco Gimmelli fosse sotto effetto della micidiale Mdma, la metilenediossimetanfetamina, nota come ecstasy, quando ha ucciso con dieci coltellate il 25enne Claudio Zaccaria.

L’approfondimento degli esami, anche sulla vittima, consentirà di avere un referto tossicologico.

La ricostruzione di quei momenti drammatici sarà utile al magistrato per definire il capo di imputazione.

Intanto, migliorano le condizioni di Ylenia, la ragazza colpita alla gola che ha riportato una lesione alla tiroide. La sua versione dei fatti sarà determinante al fine di far luce sulla tragica vicenda.

 

La folle mattinata di giovedì:

La violenta reazione dell’omicida Gianmarco Gimmelli sarebbe scaturita proprio dall’abuso di sostanze stupefacenti.

Gli investigatori dovranno capire dove e da chi siano state comprate.

Nell’abitazione di Fosso Santa Lucia sono stati rinvenuti contenitori e la «pipetta» per fumare il crack. Segnali inequivocabili che il padrone di casa fosse un abituale consumatore di stupefacenti.

Probabilmente, Gimmelli stava attraversando un periodo di depressione molto complesso.

Claudio Zaccaria avrebbe raggiunto l’appartamento di Gimmelli per discutere di una pendenza. Una discussione che ha avuto il drammatico epilogo mentre Ylenia, la fidanzata della vittima, era scesa a comprare le sigarette.

Gianmarco, presumibilmente sotto l’effetto di un micidiale cocktail di droga e alcol, si sarebbe avventato su Claudio. Poi l’amara scoperta di Ylenia, al suo ritorno, aggredita anch’ella dall’omicida.

A dimostrare che il giovane fosse sostanzialmente fuori di sé, il tentativo di togliersi la vita tagliandosi le vene, quindi l’idea di farla finita gettandosi da una finestra, dopo aver pronunciato frasi incomprensibili all’indirizzo della piccola folla che aveva sotto di se.

 

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