Ecco l’irpino che nascondeva il boss Russo

Ecco l’irpino che nascondeva il boss Russo
Si chiama Antonio De Sapio, incensurato di 53 anni, il proprietario del casolare dove si nascondeva la primula rossa della camorra Pasquale Russo, tra i 10 latitanti più pericolosi d’Italia, arrestato alle due di stanotte a Sperone. De Sapio, panettiere, ospitava sia il boss Pasquale che il fratello…

Ecco l’irpino che nascondeva il boss Russo

Si chiama Antonio De Sapio, incensurato di 53 anni, il proprietario del casolare dove si nascondeva la primula rossa della camorra Pasquale Russo, tra i 10 latitanti più pericolosi d’Italia, arrestato alle due di stanotte a Sperone. De Sapio, panettiere, ospitava sia il boss Pasquale che il fratello Carmine, nel casa di campagna attigua alla sua. L’irpino è stato tratto in arrestato con l’accusa di favoreggiamento. Il rifugio dei Russo è stato individuato dopo diversi giorni di meticolosi servizi di osservazione controllo e pedinamento, eseguiti dai militari del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna e da quelli della compagnia carabinieri di Nola, con l’utilizzazione di mezzi tecnologici avanzatissimi. Proprio questa notte, quando finalmente le attività hanno svelato la probabile presenza di uno dei due ricercati nel casolare, i carabinieri hanno deciso di intervenire e, scendendo dal cavalcavia dell’autostrada Napoli-Bari, hanno effettuato un’ irruzione lampo che ha reso impossibile ogni fuga. Nel corso della perquisizione sono state rinvenute e sottoposte a sequestro una pistola Beretta calibro nove con matricola abrasa e due caricatori con relativo munizionamento, un visore notturno, nonché un rilevatore di microspie. Pasquale Russo, capo indiscusso dell’omonimo sodalizio, già condannato più volte all’ergastolo per più omicidi, associazione di tipo mafioso ed altro, aveva raccolto l’eredità di Carmine Alfieri, anch’egli latitante per molti anni, arrestato a Saviano, sempre dai Carabinieri, l’11 settembre del 1992. Numerose risultanze processuali hanno già provato inequivocabilmente le sue relazioni con i capi dell’organizzazione di Cosa Nostra siciliana dei quali era accreditato referente in Campania. Il fratello minore, Carmine, è invece destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare per associazione di tipo mafioso ed altro. Nel corso della mattinata odierna, i Carabinieri hanno dato inoltre esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Napoli su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, a seguito di una attività investigativa effettuata dai Carabinieri della Compagnia di Nola nei confronti di appartenenti allo stesso sodalizio. Sono stati così tratti in arresto Sirignano Giovanni, 29enne (genero del latitante arrestato ieri, Salvatore RUSSO) e D’ELIA Antonio, 36enne, entrambi con precedenti di polizia. Gli stessi devono rispondere dei reati di estorsione ed usura, con l’aggravante dell’art. 7 legge 203/91, per aver agevolato le attività dell’organizzazione camorristica capeggiata da Pasquale Russo. Si segnala la particolare difficoltà nella ricerca dei due latitanti, a causa del tessuto di connivenze che hanno saputo creare nel corso di questi anni. Il clan Russo, tra i più temibili della provincia di Napoli, rappresentava una vera e propria holding a cui faceva capo una varia gamma di attività illecite. Comprovati anche i collegamenti con il clan Moccia di Afragola, quello Fabbrocino di San Giuseppe Vesuviano, i Cesarano di Pompei nonché con i sodalizi operanti nelle aree di Pomigliano d’Arco, Marigliano, Somma Vesuviana e Sant’Anastasia.

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