Blitz anticamorra nel beneventano: coinvolto il clan Pagnozzi

La Polizia di Stato di Benevento e l’Arma dei Carabinieri di Montesarchio hanno eseguito 24 ordinanze di custodia cautelare in carcere a carico di esponenti dei clan Pagnozzi’, ladanza Panella e Sparandeo, operanti nel territorio della provincia di Benevento, in particolare nella Valle Caudina e Telesina, per i delitti di associazione per delinquere di stampo camorristico, estorsioni aggravate, tentato omicidio, detenzione e porto abusivo di esplosivi e armi da fuoco.
Le indagini degli uomini della squadra mobile con la collaborazione del Commissariato di Telese Terme e dei militari della Compagnia Carabinieri di Montesarchio, spiega una nota, hanno consentito di accertare che gli indagati operavano avvalendosi della forza di intimidazione del vincolo associativo tanto da non lesinare azioni di particolare violenza nei confronti di commercianti ed imprenditori vittime di estorsione. Questi ultimi venivano ripetutamente minacciati con armi e, in piu’ di una circostanza, materialmente condotti al cospetto dei capi. Qualora le armi non fossero bastate, il gruppo criminale era pronto all’utilizzo di micidiali ordigni esplosivi, confezionati artigianalmente ed integrati da chiodi e pezzi di ferro, con micce a lenta combustione.
Durante la commissione di rapine il gruppo utilizzava pistole con il colpo in canna, segnale inequivocabile della efferatezza dei personaggi che non avrebbero esitato ad uccidere chiunque si fosse frapposto al loro operato. In altre circostanze gli aguzzini hanno lasciato le vittime imbavagliate e legate in luoghi isolati incapaci, dunque, di lanciare eventuali richieste di aiuto. Il metodo mafioso veniva adottato anche per il recupero crediti nella fiorente attivita’ d’usura posta in essere dal gruppo.
L’operazione ha interessato tutto il territorio nazionale, in particolare Roma, Bologna, Caserta e Lecce, dove alcuni membri dell’organizzazione avevano spostato le loro residenze nel tentativo di allargare il giro d’affari.
Questi gli irpini finiti in manette: Domenico Pagnozzi (detto O’ professore), Paolo Pagnozzi (detto “Paoluccio”), Orazio De Paola (“Razziell”), Nino Piacentile (“O Linotto), Carlo Palluotto (“O zuopp”), Raffaele Corda (“Rafè”), Pietro Parrelle (“Pietroccio”), Pasquale De Guida, Pasquale Colombo (O tammarrone”), Carlo D’Angelo (“O romano”), Luisa Savoia (“La milanese”).