Avellino: applausi e sirene per l’addio a Sasà, lo ‘sbirro’ buono

IL DOLORE – Hanno applaudito prima e dopo il rito funebre quel feretro di legno chiaro portato a spalla dai colleghi della squadra mobile di via Palatucci. In centinaia hanno partecipato al dolore della famiglia Cosenza, e della grande famiglia della Polizia di Stato, per la perdita prematura e improvvisa di Sasà, l’assistente capo in servizio presso la squadra mobile, e prima ancora alle volanti. Lacrime e sirene spiegate quando la bara è uscita dalla chiesa di Santa Maria delle Grazie tra due ali di poliziotti sull’attenti mentre poco più in là un gruppo di ultras reggeva uno striscione biancoverde per salutare Sasà, lo sbirro buono e sempre sorridente, sempre presente. Il vice questore Elio Iannuzzi al termine della funzione religiosa ha letto un commuovente ricordo dell’amico e collega di una vita. Ecco il testo: “C’è un vuoto che resterà tale per sempre. C’è un ricordo, e un sorriso che resteranno per sempre nell’anima. E non ci sono parole, non più, ma solo lacrime e spezzoni di vita e di lavoro quotidiano condivisi. E quelle proferite non sono parole di circostanza ma sono dettate dal cuore, e da un subbuglio di sentimenti che col tempo saranno riordinati. Tu, Sasà, hai dato veramente la tua vita per questo lavoro, per la divisa, per la Polizia perché ci credevi. La vita poi, la vita dà e toglie: ti toglie le persone più care, quelle speciali come te, ma almeno mi ha dato la possibilità di conoscerti, di apprezzarti come collega e volerti bene come amico. La Questura era la tua seconda casa, io, noi, la tua seconda famiglia quella, forse, con cui hai passato più tempo!!! e più di una volta me lo hai anche confidato con la tua bonomia:”Dottò, sto più con voi che con i miei”!!! ed è verissimo. Proprio non mi riesce di usare il ‘passato’ per parlare adesso di te che ci hai lasciati troppo presto, e così improvvisamente. Ci hai lasciati senza parole ma con un dolore indescrivibile e un ingorgo di emozioni, e trovare le parole per dire chi sei stato, chi sei Sasà è molto difficile. La mente è disorientata, sbandata dai ricordi belli dalle operazioni fatte insieme dai bocconi amari ingoiati. Come si può sintetizzare in poche battute quello che sei Sasà? Come si può accettare una perdita così imprevedibile che ha lasciato tutti senza fiato? Come si può d’ora in avanti entrare nelle stanze condivise e non incrociare più il tuo sorriso il tuo sguardo da ‘sbirro’ buono e generoso che c’era sempre? Sempre però sarai con noi”. Alla cerimonia erano presenti il questore, Maurizio Ficarra, il capo della Procura della Repubblica di Avellino, Rosario Cantelmo, e le massime autorità civili e militari irpine.

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