Ariano, la terra dei veleni e dei silenzi istituzionali

IL CASO – Dalla terra dei fuochi a quella dei veleni radioattivi e dei silenzi istituzionali. Rabbia, paura e un caso che viene fuori solo adesso a distanza di decenni nel triangolo delle discariche che va da Pustarza di Savignano a Difesa Grande fino all’ex Smae di Ariano. Un perimetro velenoso, e avvelenato per alcuni lustri. E solamente ora esplode la vicenda nell’arianese in seguito all’exploit mediatico della famigerata terra dei fuochi, all’interno delle terre di Gomorra. Qui però è un’altra storia e con altri risvolti ben più gravi e drammatici se solo la magistratura iniziasse a indagare in maniera scrupolosa e approfondita. Pertanto i residenti che già a suo tempo sollevavano perplessità sono ritornati alla carica sull’onda emotiva delle proteste e delle manifestazioni nell’hinterland napoletano. Qui però fa rumore soprattutto il silenzio di una classe politica e amministrativa che forse sapeva pure e ha taciuto. Il polverone sta per essere sollevato dopo che i residenti in maniera spontanea hanno espresso chiaramente e a viva voce ansie e preoccupazioni, sfoghi legittimi e fondati. L’inchiesta giornalistica, certo, fa la sua parte, e il suo scalpore, ma non dovrebbe restare fine a se stessa soprattutto se quanto sostengono gli abitanti delle zone interessate, e contaminate, ha il suo fondamento. Solamente una dettagliata e mirata inchiesta giudiziaria potrà svelare retroscena che già così fanno accapponare la pelle.

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