Bus precipitato dall’autostrada A16 con 40 vittime: tensioni e rabbia, le ragioni dei familiari

“Trattati come numeri e costretti a convivere ogni giorno con dolore e rabbia. Giustizia subito per i nostri angeli, tempi celeri per il processo, ma soprattutto sospensione immediata dei dirigenti di Autostrade per l’Italia che figurano tra gli imputati”. E’ riesplosa la rabbia dei familiari delle vittime della strage del bus.

Una protesta composta, ma ferma e dura nei toni, quella andata in scena stamane davanti al Tribunale di Avellino proprio mentre al primo piano, nell’aula della Corte d’Assise era in corso l’ennesima udienza. “Vogliamo certezze, basta udienze che si chiudono con sole due testimonianze” – ha detto Maria Loffredo che quella maledetta sera ha perso la madre e che fa parte dell’Associazione familiari vittime A16.

Lenzuola bianche nel piazzale antistante palazzo di giustizia che simbolicamente richiamano all’attenzione le stesse che copriva i cadaveri quella maledetta sera. Al sit in ha preso parte anche Annalisa Caizzo, tra i pochi superstiti della strage insieme al marito alla figlia Francesca. “Ad ogni udienza sentire sempre le stesse cose, è una forma di violenza nei confronti di chi soffre”.

Al termine dell’udienza tensioni con l’avvocato Sergio Pisani,che difende Gennaro Lametta, proprietario del bus precipitato dal viadotto Acqualonga e fratello di Ciro che era alla guida del mezzo e che è tra le 40 vittime.

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