Avellino, stipendi gonfiati all’Asl: un arresto e tanto marciume

Un dirigente medico che incassava oltre 40mila euro al mese, altri dipendenti beneficiati di stipendi da favola, un dipendente che riusciva a fare confluire i soldi su vari conti correnti, attingendo dalle casse dall’Asl di Avellino.

Nessuno sapeva, nessuno si era accorto di nulla, possibile?

E i beneficiari di tale organizzazione criminosa quanti sono?

Commessa assunta

Emergono particolari sconcertanti, intrecci ed escamotage che non potevano essere sconosciuti a chi si occupa di amministrazione e finanza in un ente di tale importanza.

Si viene così a sapere che, con regolare busta paga prodotta dall’Asl, ci sarebbe stata anche una donna che negli uffici della Azienda Sanitaria mai era entrava visto che faceva la commessa in un negozio di Lioni.

Però la donna era destinataria di uno stipendio di circa 7mila euro mensili, da restituire probabilmente agli autori dell’ingegnosa truffa.

Ingegnosa ma assolutamente banale, tanto da essere subito scoperta perchè attuata con disarante leggerezza.

Un medico, ad esempio, avrebbe percepito 602mila euro di extra mentre un dipendente avrebbe collezionato oltre mille ore di straordinario in un mese.

Facendo i conti, sarebbero state ben 35 ore giornaliere di lavoro extra, rispetto alle 24 ore di una normale giornata.

Una esagerazione che non è sfuggita ai controlli.

Una situazione incredibile che ha fatto emergere il marciume, a livello di disorganizzazione nel controllo dei flussi finanziari dell’Azienda Sanitaria Locale di Avellino, dove chissà quanti altri soldi hanno preso il volo.

Indagini accurate

Ci sono voluti due anni di indagini svolte da personale investigativo preparato, ed ecco il primo arresto.

Gli uomini del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Avellino hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di un dipendente dell’Asl di Avellino.

Il provvedimento è stato emesso dal Gip su richiesta della Procura della Repubblica di Avellino nell’ambito di una complessa indagine avviata nel 2018.

Tale azione investigativa aveva già portato al sequestro di beni immobili e disponibilità finanziarie per un importo complessivo pari a oltre 452 mila euro

L’ordinanza di custodia cautelare notificata a Giovanni La Torre, di 56 anni, residente a Gesualdo.

Si tratta di un ex infermiere diventato poi impiegato amministrativo presso l’ASL 1 di Ariano, poi confluita – insieme all’ASL 2 – nell’attuale Asl diretta dalla dottoressa Morgante.

Il La Torre, in seguito all’avvio delle indagini – coordinate dalla Procura di Avellino e svolte dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Avellino – sospeso dal servizio per alcuni mesi, successivamente fu licenziato.

L’indagato è ritenuto responsabile, in concorso con altri soggetti, di truffa aggravata ai danni dell’Asl di Avellino consistita nell’erogazione a dirigenti medici di stipendi illecitamente aumentati.

Non si escludono, dunque, nuovi provvedimenti giudiziari nei confronti di soggetti che avrebbero beneficiato dell’azione posta in essere dall’arrestato in concorso con altri.

Oltre all’ordinanza cautelare, anche il sequestro preventivo per complessivi  euro 30.288 nei confronti di altri due soggetti, ritenuti responsabili di concorso con l’arrestato nella condotta truffaldina ai danni dell’Asl.

Gli esiti delle ulteriori attività investigative e degli accertamenti connessi hanno consentito di individuare un articolato sistema fraudolento, attraverso cui gli indagati riuscivano a modificare, falsificandoli, i dati di presenza in servizio e di indennità economiche.

In questo modo si poteva attribuire ai singoli beneficiari uno stipendio netto mensile superiore a quello ordinariamente spettante.

In alcuni casi s’è accertato che taluni soggetti incassavano somme dieci volte superiori a quelle effettivamente loro spettanti.

E’ emerso, ad esempio, che un dirigente medico “avvantaggiato” riusciva anche ad ottenere l’accredito di uno stipendio netto di euro 42.000 mensili.

Le meticolose indagini nel loro insieme hanno consentito di accertare un danno complessivo per stipendi non spettanti gravante sul bilancio dell’Asl di Avellino di euro 861.739.

Il ruolo dell’indagato sottoposto a misura cautelare è risultato determinante per la buona riuscita del piano truffaldino, poiché aveva accesso diretto al sistema software gestionale dell’Asl utilizzando per l’elaborazione stipendiale.

In questo modo l’arrestato inseriva dati di presenza lavorativa e di indennità che di fatto non erano mai stati conseguiti dal dirigente medico indagato.

Non solo.

L’accesso diretto al sistema ha consentito all’indagato di creare altresì delle vere e proprie posizioni stipendiali fittizie, non riconducibili a nessun dirigente medico o dipendente dell’Asl di Avellino.

Un sistema che serviva unicamente a far uscire soldi dalle casse di quest’ultima e farli quindi transitare su appositi conti correnti bancari aperti dagli altri correi, nei cui confronti il GIP ha disposto il sequestro della complessiva somma di oltre 30mila euro.

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