Clemente Mastella torna a parlare del suo posizionamento politico e delle recenti polemiche, rivendicando la propria scelta di restare nell’attuale schieramento e respingendo le critiche ricevute per non essersi spostato altrove. “Se devo fare una media – spiega – posso dire che questa situazione è preferibile. Meglio stare dove sono oggi, piuttosto che dove altri avrebbero voluto che andassi.”
L’ex ministro racconta di aver subito un “linciaggio morale” per aver sostenuto Roberto Fico, precisando però che la sua decisione nasce dal senso di responsabilità verso l’intesa tra PD e Movimento Cinque Stelle: “Non sono stato io a scoprirli, semmai lo hanno fatto Forza Italia e la Lega quando elessero Fico presidente della Camera.”
Mastella invita a chiudere le “guerre puniche” della politica campana e a concentrarsi sul futuro, a partire dalle infrastrutture e dal potenziamento dei collegamenti ferroviari nelle aree interne. “De Luca ha fatto molto, ma bisogna continuare: Avellino, Benevento e la Valle Caudina aspettano ancora una ferrovia funzionante.”
Sul piano politico, replica anche alle accuse di Carlo Calenda, ricordando di averlo querelato per dichiarazioni offensive: “Il Parlamento ha deciso all’unanimità di mandarlo davanti al giudice. Gli consiglio solo un po’ di serenità e di scegliere da che parte stare.”
Mastella conferma di aver definito Fico “il più democristiano dei Cinque Stelle”, riconoscendogli toni moderati e atteggiamento dialogante. Poi guarda avanti: “Le partite si vincono giocandole. Oggi c’è un candidato vero, e le condizioni per vincere ci sono tutte.”
Infine, difende la candidatura del figlio: “L’ho fatto perché molti che avevo sostenuto mi hanno abbandonato. Con lui, almeno, so che resterà fedele al progetto politico. E questo, in tempi come questi, è già qualcosa.”




