Fallimento Irpinia Building, tutti rinviati a giudizio

Irpinia Building

Rinviati a giudizio gli indagati per l’inchiesta “Irpinia Building s.r.l.”. Le accuse sono violazione della legge fallimentare e falso in bilancio per i liquidatori della società, Sergio Barile e Raffaele D’Amore, il perito Giorgio Pellacini e l’amministratrice dell’azienda Carmela Ercolino. L’inchiesta risale al 2016, quando fu avanzata la proposta di concordato preventivo per la società. I debiti della società ammontavano a 88,2 milioni di euro. Ma le perdite, già nel 2010 erano ben più cospicue tanto da raggiungere e superare i 200 milioni di euro.

Secondo la Procura «mediante la sopravvalutazione delle rimanenze finali» si è provato a mitigare la situazione economicamente critica. Giova ricordare che le “Rimanenze finali” a cui si fa riferimento, sono rappresentate dal complesso residenziale di nuova costruzione sorto alle spalle di via dei Due Principati. Valore degli immobili che sarebbero così lievitati da poco più di 30 milioni nel bilancio di esercizio dell’azienda datato 2010 agli oltre 50 del 2015. Valore che poi, con una stima tecnica, richiesta da palazzo di Giustizia, sarebbe stato ridotto a 36 milioni nel 2016.

Una falsa esposizione debitoria che per i magistrati non poteva consentire una ricostruzione corretta e veritiera del capitale sociale e la conseguente messa in liquidazione. Tesi, questa, che oggi trova riscontro nel rinvio a giudizio per i quattro soggetti coinvolti.

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