Tagli ospedali, anche Rouge in emergenza per il Criscuoli
SANT’ANGELO DEI LOBARDI – Continua la mobilitazione in Irpinia contro i tagli del piano regionale sanitario. Il vento di ribellione che nelle ultime settimane ha soffiato per le strade e le vie di Bisaccia, arriva finalmente in quel di Sant’Angelo dei Lombardi. Una grande e spontanea manifestazione studentesca, questa mattina, ha invaso le strade del piccolo centro dell’Alta Irpinia anticipando la prima assemblea popolare in difesa dell’ospedale Criscuoli indetta dal presidio permanente.
Finalmente qualcuno si risveglia da un lungo letargo e sta provando a riappropriarsi del proprio presente e a risvegliare le coscienze. Proprio come durante le quattro giornate di Napoli, quando iniziò la liberazione dall’occupazione fascista, il 27 settembre 210 rappresenta per noi cittadini dell’alta irpinia il risveglio da un silenzio assordante. Anche allora furono gli scugnizzi a dare un forte contributo alla ribellione così come oggi hanno dimostrato di saper fare i tanti giovani che hanno aderito alla mobilitazione per la difesa di un diritto sancito dalla Costituzione. – “Noi, che siamo del colore della terra”, – scrivono i ragazzi dello spazio pubblico autogestito di Lioni – “Pensiamo che il miglior modo per affacciarsi al domani sia guardare verso il basso. I nostri avi ci hanno insegnato che la verità cerca il suo nido vicinissimo al suolo e che la menzogna cerca le altezze, per essere, così, immune e potente. In alto il potere del denaro come Caldoro e Zuccatelli, in basso chi sostiene le torri sulle sue spalle come la gente che si ostina a vivere da queste parti e, malgrado questo, deve adattarsi a raccogliere gli avanzi e l’immondizia che arrivano dall’alto. Non bastava la crisi economica, le tante vertenze lavorative aperte in questo cratere, le nuove e vecchie discariche che ricompaiono ogni volta che si sente parlare di emergenza rifiuti, le tante privatizzazioni a partire dall’acqua, ora anche il diritto alla salute viene messo in discussione. Così come l’esistenza stessa dei nostri ospedali. A trent’anni da un terremoto che continua a far tremare la nostra terra forse dovremo trovare anche il tempo di smascherare i veri responsabili . Così, siamo noi ribelli che rifiutiamo di essere numeri, che preferiscono avere una dignità, che non si vendono, che non si arrendono, che, quando vogliono guardare al futuro, non guardano in alto cercando il simbolo di una moneta o di un partito, soprattutto quella della lega; ma guardano in basso e lì trovano non quello che siamo stati, ma lo specchio di ciò che saremo”.





