Tagli alla sanità irpina, Russo: “Serve subito mobilitazione”

“La sanità è un diritto di tutti: quella buona, che rende servizi efficienti senza intaccare i limiti imposti dall’alto, non deve essere toccata, per nessuna ragione. Non bisogna intaccare la parte sana di un bilancio solo perché ordini superiori lo prevedono e quanto sta succedendo ad Avellino è scandaloso e paradossale”. E’ quanto afferma Franco Russo, consigliere comunale e vice capogruppo del Pd di Avellino.
“Facciamo un po’ di chiarezza: la sanità irpina fa capo a due aziende, la “Azienda Ospedaliera Moscati”, diretta dal dottore Pino Rosato, che amministra la cosiddetta Città Ospedaliera di Avellino e la “Azienda Sanitaria Locale” (A.S.L.), diretta dall’ingegnere Sergio Florio che gestisce il resto della sanità provinciale sia territoriale che ospedaliera (con le relative strutture ospedaliere di Solofra, Ariano Irpino e Sant’Angelo dei Lombardi). La sanità campana – prosegue Russo – è invece da anni commissariata per debiti: i commissari, mandati dal governo nazionale, sostituiscono l’assessore alla sanità e creano piani che il presidente della Regione, Caldoro, deve approvare ma si sono occupati, dal loro insediamento, solo e soltanto del contenimento dei costi e dei conti. Sotto l’ordine dei tagli lineari dei commissari regionali l’A.S.L. irpina, tra le più virtuose della regione, ha tagliato decine di milioni di euro di spesa e l’Azienda Ospedaliera Moscati non ha potuto investire in nuove assunzioni aggravando una situazione già difficile all’interno dell’ospedale di Avellino.
Adesso però si è passato il limite dell’arroganza e della protervia: non solo i milioni risparmiati dall’A.S.L. (con conseguente riduzione dei diritti dei cittadini, declassati a cittadini di serie B) non sono stato ridistribuiti sul nostro territorio provinciale (come è naturale che sia) bensì usati per mettere una pezza all’enorme voragine dei debiti della sanità napoletana, ma Caldoro, nel concedere deroghe alle assunzioni per le strutture ospedaliere, ha dimenticato il Moscati (la città ospedaliera), che da anni su questo ed altri temi aspetta risposte dalla Regione Campania.
La situazione non è più sostenibile: non vogliamo perdere i diritti alla assistenza sanitaria e non vogliamo vedere smembrata la città ospedaliera ed è inconcepibile che in un paese sedicente civile si aspetti 10-12 ore al pronto soccorso e molti mesi per la prenotazione di un esame o di una visita specialistica. Ad essere minacciata è l’intera Irpinia, senza distinzione, dalla città capoluogo ai comuni più lontani: per questo serve urgentemente una mobilitazione generale di tutta la provincia, con in testa il sindaco di Avellino (e dell’Irpinia), che potrebbe concludersi con un gesto forte: una seduta straordinaria di consiglio comunale, da tenersi o sotto la città ospedaliera, simbolo della crisi che stiamo vivendo, o sotto il palazzo della Regione Campania a Napoli. Ora più che mai è il momento di unire le forze: la salute è un tema che coinvolge tutti ed un colpo di mano dall’alto è intollerabile quanto nocivo”, conclude Russo.

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