Dottoressa Conte: “Il paziente al centro, non solo decongestionare i pronto soccorsi. Serve una presa in carico completa sul territorio”
«Non parliamo solo di decongestionare i pronto soccorsi – ha spiegato – quello è solo un effetto collaterale. Il vero obiettivo è costruire un’assistenza a tutto tondo, che parta dalla prevenzione e arrivi fino alla gestione sul territorio delle malattie croniche. Solo così si può garantire una presa in carico corretta e continua della persona, secondo linee guida precise».
I PDTA – Percorsi Diagnostico-Terapeutico-Assistenziali – saranno quattro: diabete, asma, broncopneumopatia cronico-ostruttiva (BPCO) e scompenso cardiaco, patologie che rappresentano il cuore della cronicità e incidono maggiormente sulla salute pubblica. «Il percorso – ha aggiunto Conte – parte dallo studio del medico di medicina generale, passa per gli specialisti ambulatoriali e arriva in ospedale solo quando è davvero necessario. L’obiettivo è evitare accessi impropri ai pronto soccorsi e seguire il paziente in modo continuativo e non in urgenza».
Sulla carenza di medici di base, la direttrice ha precisato: «Rifiuto il termine “caos”. Il problema non è dell’Asl, ma di sistema: mancano i giovani medici disponibili a coprire gli incarichi. Facciamo bandi di continuo, ma le adesioni sono sempre più scarse. È una criticità diffusa in tutta la regione e in molte aree interne, come Irpinia, Sannio e Alto Cilento, la situazione è ancora più complessa».
Tra le soluzioni possibili, l’aumento del massimale dei medici di base, previsto dal nuovo accordo regionale per la medicina generale. «È un passo importante – ha concluso la dottoressa Conte – ma serve una strategia complessiva che renda più attrattivo lavorare sul territorio. Solo così potremo garantire continuità assistenziale e una vera sanità di prossimità».




