Sanità e chirurgia: al centro del convegno di Avellino il paziente anziano fragile e le urgenze chirurgiche

Si è svolto questa mattina, presso l’Hotel de la Ville, un importante convegno medico-scientifico dal titolo: “Il paziente anziano fragile e le emergenze chirurgiche”. L’evento ha riunito professionisti del settore sanitario, rappresentanti istituzionali e operatori della sanità pubblica per discutere una delle sfide più delicate e attuali del sistema sanitario: l’assistenza chirurgica all’anziano fragile. A guidare il confronto è stato il dott. Vincenzo Landolfi , che ha sottolineato come la vera emergenza non sia tanto l’età avanzata della popolazione – in costante aumento – quanto la condizione di fragilità che spesso accompagna l’invecchiamento. «Il problema non è l’età in sé – ha dichiarato – ma la perdita di autonomia che trasforma un paziente anziano in un paziente fragile. Quando questo accade, il trattamento clinico diventa più complesso, e un eventuale intervento chirurgico rappresenta una vera sfida.» Proprio per rispondere a questa esigenza crescente, il convegno si è posto un obiettivo concreto: definire un protocollo condiviso, una linea guida unitaria che consenta a tutti i chirurghi di adottare lo stesso approccio in situazioni simili. Ma il tema è anche politico.«Il paziente anziano fragile – ha aggiunto D’Annolfi – non può essere solo una responsabilità dell’ospedale: è una questione che riguarda l’intero territorio. È necessario che la politica se ne faccia carico in maniera strutturata.» Per questo motivo, alle ore 11 si è tenuta una tavola rotonda con la partecipazione di rappresentanti istituzionali e politici locali, invitati a riflettere sul ruolo della sanità pubblica in un contesto demografico e clinico in forte evoluzione.A chiudere i lavori è stato il dottore  Landolfi, che ha rivolto un appello chiaro alla classe politica: «Spesso si parla di sanità d’eccellenza, ma questa eccellenza deve tradursi in realtà. Il paziente fragile deve essere seguito non solo in ospedale, ma anche sul territorio, con una presa in carico continua e integrata. È il momento che le istituzioni assumano un impegno concreto e duraturo per una sanità davvero inclusiva e moderna.»

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