Rifiuti dai consorzi ad Irpiniambiente, PS: “E’ incostituzionale”

Sabato 15 ottobre, in via Generale Cascina ad Avellino, presso la Federazione del Partito Socialista, i vertici del Ps chiameranno all’appello forze politiche, a partire dal centrosinistra, e amministratori locali. Nella riunione si illustreranno tutti i deficit gestionali della società Irpiniambiente, e si proporrà l’adozione di un documento congiunto da parte dei Comuni della Provincia per sostenere politicamente la deliberazione dei giudici del Tar Salerno che hanno tacciato di illegittimità costituzionale le norme che trasferiscono alla Provincia la gestione del ciclo integrato dei rifiuti. «Irpiniambiente Spa – spiega il vicesegretario provinciale del Partito Socialista Lorenzo Di Popolo – ha assunto la gestione dell’intero ciclo dei rifiuti che, secondo i costi del piano industriale redatto dai tecnici della società, ammonterà a circa 40.000.000 di euro l’anno. Tale costo dovrà essere sostenuto ancora una volta dai cittadini irpini, per mantenere in vita una megastruttura, che, a quanto pare, funziona anche male. Si è verificato in tale materia un vero e proprio “COMMISSARIAMENTO DEI MUNICIPI”, che non porterà a nessun beneficio concreto, essendo stati espropriati delle funzioni gli enti più vicini al problema e quindi i più idonei a risolverlo. Ricordando il compianto MANLIO ROSSI DORIA …non è rimasto nemmeno l’osso!!!» LA PROPOSTA DEI SOCIALISTI – «Sabato alle forze politiche e agli amministratori – prosegue Di Popolo – chiediamo l’elaborazione di una proposta condivisa, per evitare che ancora una volta i cittadini dell’Irpinia paghino per colpe non proprie. Dobbiamo trovare TUTTI LA FORZA PER DENUNCIARE QUESTO COMMISSARIAMENTO, lasciando alla Provincia la sola programmazione e gestione degli impianti. La responsabilità politica della scelta coinvolge tutti, anche le OO.SS. Chiediamo la convocazione dei CONSIGLI COMUNALI lo stesso giorno ed alla stessa ora, per l’adozione di un documento condiviso, da inviare alla Corte Costituzionale, ai consiglieri regionali ed ai parlamentari irpini, per affermare un principio costituzionalmente coerente e legittimo e per dare dignità ai rappresentanti del territorio. La Federazione Provinciale del PSI è impegnata in prima linea per una battaglia di libertà, e per sostenere quanto i giudici del Tar di Salerno hanno già affermato». I LIMITI DELLA “PROVINCIALIZZAZIONE” DEL CICLO INTEGRATO DEI RIFIUTI – «I limiti vengono sanciti dai giudici della prima sezione del TAR Salerno – evidenzia il vicesegretario dei Socialisti – che, con l’ordinanza n°1480/2011 del 7/09/2011, hanno rilevato importanti profili di incostituzionalità delle norme che prevedono l’affidamento del ciclo integrato dei rifiuti alle Province. Gli atti sono stati rimessi alla Consulta affinché possa giudicare sulla legittimità o meno di una normativa, che evidentemente travalica il lineare quadro costituzionale del riparto delle competenze tra i vari enti dello Stato. L’ordinanza evidenzia come simile previsione estrometta completamente il Comune dalla cura di uno degli interessi primari della collettività locale, vale a dire la tutela dell’igiene e del decoro della città, la quale si attua anche tramite la potestà di procedere direttamente alle attività di accertamento e riscossione della TARSU/TIA. I limiti politici si evidenziano nelle tariffe esorbitanti del servizio, oltre che nei costi di funzionamento della società e nella sua gestione. La nostra proposta è quella di eliminare un altro CARROZZONE, una megastruttura che sta pagando ancora una volta il popolo irpino. I CASI PIU’ GRAVI IN IRPINIA E LE DIFFIDE DEL PREFETTO AI COMUNI INADEMPIENTI – «Purtroppo – sottolinea ancora Di Popolo – tra i Comuni diffidati dal Prefetto per inadempienze relative alla differenziata nell’anno 2009, c’è anche il mio Calabritto. Nel dettaglio, il Comune di Calabritto ha affidato, nel febbraio 2006, la gestione del ciclo integrato dei rifiuti al Consorzio AV2, che, a sua volta, si è servito della società Ecosistema Spa; successivamente, a far data dall’1.1.2010, la suddetta gestione è transitata alla Provincia di Avellino e tramite essa al suo braccio operativo Irpiniambiente Spa. Invero, né la società Ecosistema né Irpiniambiente hanno organizzato ed attivato il servizio, secondo le previste disposizioni contrattuali. Sarebbe stato giusto diffidare i vertici delle due società, che, per legge sono state affidatarie del servizio. Il caso di Calabritto è però simile a quello di Mirabella, visto che i Sindaci che si sono succeduti nell’ultimo decennio sono stati magna pars del sistema sovracomunale relativo alla gestione del ciclo integrato dei rifiuti, svolgendo, al contempo il doppio ruolo di controllati e di controllori. Sarebbe opportuno che tali soggetti dessero le opportune spiegazioni alla popolazione di Calabritto rispetto al fallimento della raccolta differenziata ed agli elevatissimi costi sostenuti dai cittadini per un servizio “fantasma”».

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