Reperti storici di Avellino, Todisco: servono maggiori controlli

Reperti storici di Avellino, Todisco: servono maggiori controlli

La zona che ospitava il centro sociale Malepasso è da diverso tempo al centro di attenzioni della comunità avellinese, in quanto si trovano depositati numerosi reperti archeologici che risalgono al ‘600, ma il fatto che sia depositati non significa che sono controllati, infatti si vocifera la costante diminuzione degli stessi. E’ una questione che risale già al 2005 quando l’allora assessore Toni Iermanno denunciò il futro dei pinnacoli dell’antica dogana. Sulla questione è intervenuto il consigliere del Pd Francesco Todisco che ha dichiarato: “Vorrei sollecitare l’attenzione dell’opinione pubblica sulla condizione in cui si trovano questi resti di grande valore storico, a parte il degrado, il problema maggiore è queelo che di giorno in giorno i reperti diminuiscono, pertanto credo che sia opportuno l’intervento della sovrintendenza affinchè si possa avere un maggiore controllo su quest’area.” Anche l’ex assessore Iermanno è intervenuto sulla questione dicendo: “Quando fu deciso di abbattere la struttura del Malapasso, lo facemmo per poter riqualificare la zona, gran parte del materiale che si trova lì risale a tempi antichi pe cui non tutelarlo significa non tutelare la storia di Avellino”. Un’altra questione su cui è intervenuto Iermanno riguarda quella delle opere d’arte (quadri, statue ed altro), che dopo il terremoto furono depositate presso la Dogana dei Grani ad Atripalda. Quando ero assessore – ha spiegato Iermanno – chiesi che quelle opere fossero restituite alla città di Avellino, ma ci fu risposto che prima di tutto bisognava trovare i locali adatti per poterle ospitare, così iniziarono i lavori di riqualificazione della chiesa del carmine che nelle mie intenzioni doveva diventare un museo, non certo un locale deposito”. Anche il consigliere del Pd Todisco ha espresso la necessità di trovare in tempi stretti in locale adatto ad ospitare le opere d’arte, visto che Avellino sicuramente non si caratterizza certo per la quantità del patrimonio storico culturale, ma quel poco che c’è andrebbe rivalutato piuttosto che abbandonato alla merce di chiunque, come accade oggi.

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