Provincia,Lomazzo:dal Ministero un’opportunità per l’Irpinia rosa

Provincia,Lomazzo:dal Ministero un’opportunità per l’Irpinia rosa

La Consigliera di Parità della Provincia di Avellino, Domenica Marianna Lomazzo, informa che il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali ha pubblicato, sulla Gazzetta Ufficiale numero 159 del 10 luglio 2010, il Provvedimento del 9 giugno 2010 concernente il “Programma obiettivo per l’incremento e la qualificazione dell’occupazione femminile, per il superamento delle disparità salariali e nei percorsi di carriera, per la creazione, lo sviluppo e il consolidamento di imprese femminili e per la creazione di progetti integrati di rete”, formulato dal Comitato nazionale di Parità e Pari opportunità nel lavoro.
Si tratta di azioni positive che hanno l’obiettivo di promuovere, al proprio interno, la presenza delle donne negli ambiti dirigenziali e gestionali, mediante la realizzazione di specifici percorsi formativi volti all’acquisizione di competenze di vertice e/o di responsabilità e l’attuazione di buone e nuove prassi per un piano di concreto inserimento nelle strutture esecutive.
Le caratteristiche del programma-obiettivo, finanziato per un ammontare complessivo di 200 mila euro, riguardano più in particolare: un investimento qualitativo su un numero più limitato di progetti di azioni positive; la ripresa di azioni positive all’interno delle aziende e delle organizzazioni rivolte alle donne entrate in questi ultimi anni nel mondo del lavoro; la promozione di azioni positive nell’ambito di interventi di sviluppo locale e derivanti dalla programmazione negoziata. Per la Consigliera di Parità della Provincia di Avellino si tratta di un’occasione importante anche per l’Irpinia, dove, proprio lungo questa scia, sta prendendo piede il progetto “Diritti e pari opportunità nel mondo del lavoro”. E’ essenziale – spiega Lomazzo – incidere sui fattori che creano condizioni di disparità, al fine di eliminarli per favorire la permanenza, il consolidamento e l’avanzamento professionale delle donne attraverso azioni di sistema che tengano conto del complesso contesto in cui le donne agiscono, azioni intensive che continuino nel tempo, azioni innovative rispetto agli obiettivi che si vogliono perseguire, ancora, azioni di sistema che tengano conto delle indicazioni della strategia di Lisbona, del Piano Italia 2020 e della Carta delle pari opportunità”.
I soggetti finanziabili sono i datori di lavoro pubblici e privati, le cooperative e i loro consorzi, i centri di formazione professionale accreditati, le organizzazioni sindacali nazionali e territoriali, le associazioni.

Le azioni positive previste dal programma
1) promuovere, al proprio interno, la presenza delle donne negli ambiti dirigenziali e gestionali mediante la realizzazione di specifici percorsi formativi e l’attuazione di buone e nuove prassi per un piano di concreto inserimento nelle strutture esecutive. Destinatarie/i delle azioni sono: occupate/i, iscritte/i, associate/i;
2) modificare l’organizzazione del lavoro, del sistema di valutazione delle prestazioni e del sistema premiante aziendale, adottando la certificazione di genere, sperimentando nuove prassi per favorire la conciliazione e attuando azioni integrate che producano effetti concreti misurabili e documentabili in termini di: superamento delle discriminazioni di genere; superamento del differenziale retributivo tra donne e uomini; progressione delle carriere femminili anche per un’equa distribuzione degli incarichi; adozione della strategia comunitaria in materia di occupabilità femminile con i criteri di flessicurezza; adozione di strumenti di valutazione e di autovalutazione nei sistemi organizzativi aziendali per misurare e valutare i livelli di attuazione di politiche di pari opportunità (certificazione di genere). I progetti dovranno prevedere almeno due delle azioni sopraelencate. Destinatarie/i delle azioni sono: occupate/i;
3) sostenere iniziative per:
a. lavoratrici con contratti di lavoro non a tempo indeterminato in particolare giovani neolaureate e neodiplomate.
b. disoccupate, inattive, in cassa integrazione e/o in mobilità, con particolare attenzione a quelle di eta’ maggiore di quarantacinque anni.
c. agevolare l’inserimento e/o il reinserimento lavorativo di donne attraverso azioni di formazione, di qualificazione/riqualificazione, orientamento e accompagnamento finalizzate all’acquisizione di competenze per la creazione di imprese da costituirsi entro i termini di chiusura del progetto. Destinatarie delle azioni sono giovani laureate e neodiplomate, lavoratrici in situazioni di precarietà, disoccupate madri, donne di età maggiore di quarantacinque anni, immigrate. I progetti dovranno prevedere solamente una tra le iniziative sopraelencate;
4) consolidare imprese a titolarità e/o prevalenza femminile nella compagine societaria attraverso: studi di fattibilità per lo sviluppo di nuovi prodotti, servizi e mercati anche in settori emergenti come la Green Economy; azioni di supervisione, supporto e accompagnamento secondo la tecnica del mentoring (imprenditori/imprenditrici che accompagnano altre imprenditrici), e con supporto all’accesso al credito; counselling alla gestione di impresa; formazione, mirata all’attività che si intende svolgere,altamente professionalizzante rivolta alla titolare o alla compagine societaria;iniziative tra più imprese femminili per la definizione e la promozione dei propri prodotti/servizi anche attraverso la fruizione in comune di servizi di supporto; la creazione e la promozione di marchi; la creazione di sistemi consorziati di distribuzione e promozione nel mercato. I progetti dovranno prevedere almeno due delle azioni sopraelencate. Destinatarie/i delle azioni sono: imprese femminili attive da almeno due anni (con documentazione camerale che lo attesti), preventivamente identificate e indicate nel progetto.
5) promuovere la qualità della vita personale e professionale, anche per le lavoratrici migranti, a partire dalla rimozione dei pregiudizi culturali, attraverso la rimozione degli stereotipi, in un’ottica di pari opportunità, con azioni di sistema integrate che tengano conto delle indicazioni delle strategie comunitarie, che producano effetti concreti sul territorio (incidendo anche sui tempi delle citta’), concordate e attuate da almeno tre tra i seguenti differenti soggetti, (rete formalizzata da un protocollo di intesa sottoscritto dalle parti): associazioni di genere, organizzazioni sindacali, organizzazioni datoriali, enti pubblici, associazioni di migranti, ordini professionali.
L’associazione femminile e l’ente pubblico dovranno essere obbligatoriamente tra i soggetti proponenti. Destinatarie/i delle azioni sono persone che risiedono nell’ambito del territorio/i di riferimento dell’ente pubblico.

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