Premiato ad Orvieto il documentario di Gianni Vigoroso

Festival nazionale di produzione radiotelevisiva, premiato ad Orvieto, il documentario di Gianni Vigoroso e Gianni Raviele sul caso Addai. Riconoscimento nazionale come migliore sceneggiatura per il lavoro di canale 58. Diversamente italiani, storie di immigrati, storie di vita. Il documentario, si riferisce alla vicenda di kwaku Addai, il giovane ghanese da due anni ricoverato in coma vegetativo, nel reparto di lungodegenza dell’ospedale di Bisaccia. Un concorso bandito dal Corecom Umbria. La cerimonia si e’ svolta nella sala consiliare del palazzo comunale, alla presenza di varie autorità fra cui il presidente del Co.Re.Com Luciano Moretti. E’ stato il sindaco di Orvieto Antonio Concina a consegnare il prestigioso riconoscimento a Vigoroso. Presente il presidente del consiglio regionale Eros Brega. Madrina della serata la giornalista Paola Costantina. Un silenzio, un nodo in gola e qualche lacrima in sala hanno accompagnato la visione di uno stralcio del filmato di Vigoroso. Un documentario che ha commosso colleghi giornalisti, amministratori e i membri del corecom. Ad Orvieto sono giunti da Bisaccia Lucia Cafazzo, Pascal Melchionna e Michele Frascione, protagonisti in modo attivo del video sulla storia di Addai. Coloro che hanno portato alla luce la commovente storia di miseria e disperazione. Non potevano mancare. Il direttore Raviele li ha ringraziati con affetto per la loro presenza dall’irpinia e per aver permesso a canale 58 di poter raccontare questo dramma. Una vicenda tristissima quella di Addai, che la giuria del prestigioso concorso ha giudicato interessante e degna di essere premiata, rispetto anche ad altri lavori di testate nazionali. Nella storia raccontata da Vigoroso, trasmessa da canale 58 nella rubrica oltre la notizia, ci sono frammenti di dolore molto forti raccontati con estrema delicatezza e amore, così come hanno fatto sin dall’inizio Lucia Cafazzo e Pascal Melchionna nel portare fuori da quella triste stanza d’ospedale la drammatica vicenda. E’ grazie ad entrambi se si sono accesi i riflettori su un caso che altrimenti, rischiava di rimanere abbandonato al suo destino. Cafazzo, Melchionna, come pure Michele Frascione, sono i tre angeli di Bisaccia che hanno preso particolarmente a cuore la vicenda spinti da una solidarietà trasparente e non di facciata, per far si che questa sfortunata famiglia un giorno potesse ricongiungersi. A tal proposito la Fibes sta già promuovendo un’iniziativa benefica a gennaio al palazzetto dello sport di Ariano Irpino a favore del Ghana. Un impegno e una missione che dunque non finisce qui e chi riparte da Orvieto con una nuova speranza.

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