Pianodardine: “Dati incerti, serve screening su zona e abitanti”

Pianodardine: “Dati incerti, serve screening su zona e abitanti”

Si è riunita questa mattina la commissione di indagine e vigilanza sull’area industriale di Pianodardine. Con la riunione di oggi si è concluso il ciclo di incontri che la commissione aveva programmato con Asl, Arpac e Asi i cui responsabili hanno relazionato sulla bonifica dell’area e sulla conformità dei processi produttivi delle industrie dell’area Asi. “Il quadro che viene fuori da questi incontri non è confortante – spiega il consigliere del Pdl Adelchi Silvestri, membro della commissione di vigilanza – perché gli unici dati chiari e verificabili sono quelli forniti dall’Asi. Quelli di Arpac e Asl sono preoccupantemente farraginosi non fornendo certezze sull’esito delle indagini compiute. Insomma quello che emerge da questi incontri è la necessità di avviare uno screening serio su quella zona e le persone che vi abitano o lavorano. Il dato emerso è allarmante e restituisce una situazione paradossale in cui gli organi deputati ad effettuare analisi e controlli non dialogano. Arpac ed Asl ad esempio non hanno agito in maniera coordinata nell’effettuare analisi dell’aria e carotaggi. Inoltre non esiste uno studio epidemiologico e questo non ci permette di poter intervenire sulla prevenzione. Prendiamo il caso amianto. Le relazioni sulla bonifica della Ex Isochimica non ci confortano. Inoltre è nota la subdola azione di questo veleno che non agisce certo in maniera immediata. Se non viene effettuato uno screening su chi lavora nella zona, chi ha lavorato lì ed oggi è in pensione e chi abita a Pianodardine non avremo mai un quadro tale da permetterci una azione di prevenzione. In una analisi apparsa sul Corriere della Sera risulta quanto mai urgente una azione in tal senso. Gli esperti spiegano che censire i casi aiuta a capire in quali aree è necessario intervenire. Gli ultimi dati del Registro nazionale dei mesoteliomi restituisce un quadro preoccupante secondo cui per un paziente su cinque l’ esposizione «è ignota». Insomma delle tremila morti annue per amianto che avvengono in Italia non abbiamo notizie sull’origine della malattia”.

SPOT