Piano di zona Ariano: operatori senza stipendio, è protesta

Ad Ariano Irpino, il Piano di Zona sociale A1 è da ben sette mesi che non retribuisce operatori e cooperative sociali che pur continuano a lavorare. Ma finora vi era, in qualche modo una sorta di spiegazione: la Regione Campania non trasferisce i fondi. Eppure, lo stesso Piano di Zona alle cooperative chiede di anticipare fino a cinque mensilità quando questi non paga. Evidentemente le regole che valgono per le cooperative, non valgono per chi queste stesse regole le impone. Lo si legge in una nota a firma degli operatori del piano di zona. “Ma ad oggi la situazione è diventata grottesca e paradossale: la Regione Campania, da circa un mese, ha trasferito i fondi al Piano di Zona A1, ma questo continua a non pagare e a tenere i soldi fermi in cassa. Motivo? – si legge ancora – le beghe politiche tra la vecchia gestione del Piano di Zona e il costituendo Consorzio. Al ragioniere del comune, o al sindaco o a chi per loro, non va giù, forse, che questo cambio ci sia stato, o che questo cambio corrisponda alla cessazione di alcuni incarichi professionali di consulenza? Non è dato saperlo… Eppure, nonostante le comunicazioni per iscritto del ragioniere Ruzza al consorzio, i compensi di cui si parla sono riferiti non ad oggi, ma ai mesi in cui questo cambio ancora non era avvenuto! Si parla infatti di liquidazioni relative ai mesi di maggio, giugno, luglio, agosto, settembre, ottobre e novembre… e fra poco dicembre. Neppure per Natale, immaginiamo, coloro che hanno GIA’ LAVORATO, OFFRENDO UN SERVIZIO ALLA POPOLAZIONE, AI CITTADINI E AL TERRITORIO DI ARIANO IRPINO E DEGLI ALTRI 28 COMUNI CONSORZIATI, riceveranno il compenso per il loro lavoro. Eppure la cassa del comune di Ariano Irpino dovrebbe garantire il servizio al Piano di Zona fino al 31 dicembre di questo anno, senza contare, poi, che ad oggi i contratti degli operatori sono stipulati con il comune di Ariano e non ancora con il consorzio. Assistenti sociali, psicologi, sociologi, educatori, consulenti familiari, operatori delle cooperative, amministrativi che ogni giorno si occupano delle fasce più deboli, sono diventati essi stessi “fascia debole”. Per assurdo le loro condizioni sono diventate pari e paggio rispetto a quelle di alcune persone che essi assistono. La situazione è diventata insostenibile. Ci sono decine di famiglie che da mesi non ricevono compensi, già disponibili ma tenuti fermi a causa delle ripicche politiche dei nostri amministratori, i quali intanto si guardano bene dall’intaccare i propri stipendi o privilegi”.

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