Ospedali, Russo: “Strapotere dell’area metropolitana e costiera”
“La nostra provincia vive un momento particolarmente difficile rispetto ai tagli di ospedali, reparti e posti letto che la regione Campania vorrebbe imporre al nostro territorio. – Dichiara Franco Russo consigliere provinciale – L’Irpinia, però dimostrerà non solo a se stessa, ma a tutto la Campania con quale compattezza si difendono i diritti alla assistenza sanitaria della propria gente. La compattezza è assoluta e trasversale e riguarda tre aspetti: politico, istituzionale, geografico. Solo così, solo stando tutti insieme potremo difenderci dagli attacchi verso le aree interne in generale e verso la nostra Irpinia in particolare. Io mi auguro, che al di là delle iniziative già assunte, e tutte meritevoli di lode, oggi questo consiglio provinciale allargato possa partorire una proposta alternativa a quella del commissario Zuccatelli. La battaglia da condurre contro questi tagli, non è una battaglia faziosa in difesa di un ospedale e basta, ma è una battaglia in difesa dei diritti delle comunità dell’intera Irpinia. Una battaglia volta a difendere le conquiste sociali ottenute negli anni settanta: scuole, uffici vari, assistenza sanitaria. Questo piano, così come è stato presentato, rappresenta solamente un taglio netto, indiscriminato, un taglio orizzontale e ragionieristico per risparmiare e basta. Questo piano è la negazione dell’eguale diritto di assistenza sanitaria di tutti i cittadini campani. Questo piano sanitario presenta molte incongruenze che non devono penalizzare le aree interne in generale e l’Irpinia in particolare. Le inconguenze sono varie: A) percentuale di abitanti che è diversa nelle varie aree della Campania, B) spesa destinata alla assistenza sanitaria per ogni cittadino campano che è difforme a seconda delle arre territoriali campane, C) risorse economiche utilizzate in modo disomogeneo nelle varie aree della regione (dove ci sono stati sprechi e dove non ce ne sono stati) senza alcun incentivo o premio per quelle aree territoriali o aziende sanitarie o ospedaliere che sono state corrette ed oculate nell’utilizzo delle risorse, D) i posti letto dei due policlinici universitari di Napoli (circa 1.600 posti letto) sono stati estrapolati dal calcolo dei posti letto regionali mentre i posti letto dell’Azienda ospedaliera Moscati di Avellino sono stati caricati per intero alla nostra provincia, E) per le isole sono state trovate soluzioni particolari, sono state introdotte delle deroghe, F) mancanza di una certa autonomia provinciale nella organizzazione dei servizi sanitari. La Campania è abitata da circa 6.000.000 (sei milioni) di cittadini. La provincia di Avellino è abitata da circa 450.000 (quattrocentocinquantamila) cittadini che rappresentano più o meno la dodicesima parte degli abitanti totali della Campania. Infatti, grazie a questo meccanismo, i consiglieri regionali della nostra provincia, sono 5 rispetto ai 60 consiglieri regionali totali della Campania; sono 5 su 60 e rappresentano appunto la dodicesima parte di tutti i consiglieri regionali campani. I posti letto da tagliare in Campania sembra che siano in tutto circa 1.000 (mille). I posti letto da tagliare in Irpinia, rispettando le proporzioni degli abitanti, dovrebbero essere di un dodicesimo e cioè circa 80 (ottanta). Invece, i posti letto da tagliare in Irpinia, sembra che siano più o meno 250 (duecentocinquanta) cioè un quarto dei posti letto totali da tagliare nella regione. Io domando: è giusto tagliare in Irpinia un quarto dei posti letto totali, a fronte di una popolazione che rappresenta solamente un dodicesimo di quella campana? E’ giusto tutto questo? A me ricorda tanto la vecchia ma sempre valida storia della polpa, e dell’osso; la polpa ovviamente va all’area metropolitana e costiera della regione Campania, mentre l’osso, invece, va alle aree interne. Ricordo che la spesa per l’assistenza sanitaria per ogni cittadino campano è ben più alta nell’area costiera che nelle aree interne come la nostra; il popolo irpino ha sempre speso, nel giusto modo e senza sprechi, le risorse economiche in campo sanitario rispetto all’area costiera. Ricordo ancora che qualche anno fa per quanto riguarda la spesa farmaceutica nella regione Campania, è stato chiesta una riduzione di questa specifica spesa di circa il 20% in tutto il territorio regionale; la provincia di Avellino che aveva speso in modo equilibrato le risorse economiche destinate ai farmaci si trovò a dover fare ulteriori sacrifici rispetto alle aree metropolitane e costiere che avevano comunque speso più di noi e quindi questo sacrificio di riduzione di spesa del 20% lo sopportarono molto più facilmente. Insomma tagli orizzontali ed indiscriminati, senza un fine utile e propositivo, che si ripetono ciclicamente senza che vengano colpite le sacche di sperperi e forse anche di illegalità che devono essere cercate, non in Irpnia ma altrove. Insomma i tecnici regionali devono capire che i tagli devono essere effettuati in maniera mirata nelle aree, nelle zone di sperpero, nelle zone di spreco. Una volta per tutte questa provincia deve affermare in modo assolutamente perentorio e con estrema chiarezza: se i rappresentanti dell’area costiera e metropolitana immaginano di continuare a recitare la parte dei furbi sbagliano di grosso, perché, noi cittadini delle aree interne, non lo permettiamo più; perché noi cittadini delle aree interne non siamo più disposti a recitare la parte degli stupidi, la parte dei contadini senza cervello. Ricordo che i 2 policlinici di Napoli (1.600 posti letto) sono stati estrapolati dal calcolo dei posti letto regionali, però almeno per il 50% assistono pazienti del napoletano; per la Azienda ospedaliera Moscati i posti letto sono stati caricati all’Irpinia, ma in parte, vengono utilizzati anche da qualche area napoletana (Pomigliano ecc…); per le isole sono state trovate soluzioni diverse che tengono conto della particolarità di quelle aree. Tutti insieme dobbiamo chiedere che anche per le aree interne si tenga conto delle proprie caratteristiche e particolarità (condizioni orografiche e climatiche). Ritengo ancora doveroso che l’Irpinia, in questo caso insieme a tutta la Campania, debba far sentire la propria voce presso il Governo centrale per la ingiusta, iniqua ripartizione dei fondi del sistema sanitario nazionale; infatti la Campania è la regione d’Italia che dallo stato centrale riceve il più basso finanziamento, per ciascun abitante, rispetto a tutte le altre regioni. per assicurare la assistenza sanitaria ai propri cittadini. Questa querelle storica non si riesce a risolvere e non aiuta certo la Campania ad investire e programmare in “salute ai cittadini”. Le due aziende che si occupano di sanità nella nostra provincia, Azienda sanitaria locale e Azienda ospedaliera Moscati, grazie alla capacità ed alla lungimiranza dei rispettivi direttori generali (rispettivamente Dr. d’Ascoli e Dr. Rosato) e del loro staff, hanno saputo coniugare efficienza e risparmio, pur con qualche difficoltà per i cittadini, legate alla stretta economica. I due direttori generali hanno saputo tenere i conti in ordine, cosa non comune a tutte le aziende che si occupano di sanità in Campania. Io mi auguro che possa crescere la collaborazione tra le due aziende, che ci possa essere una maggiore integrazione tra ospedali e territorio. Io mi auguro che le aziende che si occupano di sanità con i conti a posto e le aree geografiche dove non c’è stato spreco, dove non ci sono stai abusi, abbiano da oggi in poi un giusto riconoscimento dalla regione Campania, abbiano una sorta di premialità che, stimoli tutti, da oggi in poi ed essere corretti e giusti nell’utilizzo delle risorse economiche disponibili. Ritengo doveroso, però che la nostra “provincia”, in modo assolutamente trasversale ma compatto, debba preparare, come conclusione utile di questo consiglio provinciale, una controproposta valida, coerente, che salvi i reparti ed i posti letto nei vari ospedali irpini, che non faccia chiudere il nosocomio di Bisaccia, che permetta una giusta assistenza sanitaria in tutta l’Irpinia pur in un contesto economico di contenimento e razionalizzazione della spesa sanitaria e di eliminazione degli sprechi e degli abusi, sprechi ed abusi che non abitano in Irpinia ma in altre aree della regione Campania. Sintesi finale di questa proposta potrebbe essere, anche invocando deroghe simili a quelle introdotte per le isole, la sola riduzione di non molti posti letto in tutti gli ospedali della provincia senza nessun’altro tipo di taglio; bisogna inoltre pretendere la garanzia di organizzare un piano serio e concreto di riordino della rete dell’emergenza. Questa controproposta, fermi i vincoli di spesa indicati dalla regione Campania, secondo me dovrebbe comprendere anche l’idea di una sorta di autonomia provinciale rispetto alla organizzazione dei servizi sanitari, pur conservando una piccola quota di cosiddetta solidarietà regionale. Questa controproposta vuole dare un segnale di disponibilità rispetto alla difficoltà economica della regione Campania; però, questa controproposta, vuole anche dare un segnale di assoluto diniego alla resa incondizionata dell’Irpinia in particolare e delle aree interne in generale rispetto allo strapotere dell’area metropolitana e costiera”.




