Bisaccia, Gallicchio: primi risultati ma non ci fermeremo
BISACCIA – “La comunicazione del Commissario Sergio Florio non mi entusiasma, assomiglia ad una sorta di armistizio ma non è la fine della guerra. Le nostre giuste proteste iniziano a portare risultati. Bisogna premere ancora di più sulla Regione Campania”. Con queste parole Pasquale Gallicchio, consigliere comunale a Bisaccia e dirigente provinciale del Partito Democratico commenta la decisione del Commissario dell’Asl Av 1 di sospendere la chiusura dell’ospedale di Bisaccia e bloccare i ricoveri a partire dal 1° ottobre.
Il consigliere comunale, reduce da un’altra notte trascorsa sul tetto del “Di Guglielmo” di Bisaccia, afferma: “Il nostro presidio sul tetto dell’ospedale continuerà fino a quando il presidente della Giunta Stefano Caldoro non darà garanzie concrete sul futuro del nostro ospedale e della sanità in Alta Irpinia. Se qualcuno pensa che una semplice sospensione possa ammorbidire la nostra protesta si sbaglia di grosso, anche perché si stanno programmando altre forme di protesta. Nonostante il maltempo, noi presidiamo e non molliamo confortati dal fatto che si sono uniti a noi, cittadini, dipendenti ospedalieri, sindacalisti, amministratori di altri paesi”.
Non convince il fax targato Florio anche perchè non c’è revoca e neanche segnali di attenzione da Napoli, dove gli incontri in materia di sanità si susseguono a ritmo frenetico. “Nessuno pensi di mettere in atto – afferma Gallicchio – strategie goffe e sbrigative. La soluzione non può che tener conto di un immediato cambio di rotta che porti a decisioni di governo diverse per le zone montane. Come si fa ad applicare per Bisaccia lo stesso parametro di valutazione che si usa per il Cardarelli. E come si fa a non riconoscere la totale assenza di un sistema di emergenza nelle nostre zone”.
Gallicchio torna a ribadire concetti importanti che non possono essere dimenticati:
“La semplice riduzione dei posti letto non comporta significative riduzioni dei costi, poiché i costi ospedalieri sono prevalentemente associati alle strutture e ai costi fissi. Inoltre, chiudere Bisaccia e S.Angelo dei Lombardi non garantisce che le altre strutture siano preparate a gestire i flussi che si creeranno. Ma la cosa che pesa di più in questa vicenda è che le decisioni siano state prese senza ascoltare i livelli locali ai quali vengono soltanto notificate. Il futuro dell’Irpinia passa anche per Bisaccia, persa questa battaglia si aprirà una breccia pericolosa. Noi, tutto ciò, non lo possiamo permettere”.





