Lavoro: l’interprete, merce rara

La conoscenza delle lingue è indispensabile per rafforzare la propria presenza all’estero, ma interpreti e traduttori sono i laureati più “rari” da procurarsi sul mercato secondo le aspettative delle aziende. Meno difficile ma altrettanto complicato reperire ingegneri elettronici (58,7%) e ingegneri industriali (50,2%), matematici e fisici (40,9%). E’ quanto emerge dall’analisi del sistema informativo Excelsior, realizzata da Unioncamere in accordo con l’ANPAL, sulle previsioni di assunzione delle imprese private dell’industria e dei servizi tra luglio e settembre di quest’anno. Per la ripartenza dopo la pausa estiva le aziende prevedono che faranno più fatica a reperire 1 “dottore” su 3. La laurea è richiesta per il 12,3% dei 969 mila posti di lavoro programmati dalle imprese tra luglio e settembre 2017, ma la “caccia” al titolo giusto sarà dura per il 34,4% delle posizioni aperte per mancanza di candidature (17,8%) o per inadeguatezza degli stesse (14,8%). Meno ardua, invece, si prospetta la ricerca tra i diplomati (19,3%), ai quali sono riservate il 36% delle entrate previste nel periodo considerato, ma si registrano punte di complessità decisamente elevate per l’indirizzo produzione industriale e artigianale (45,1%) e per l’indirizzo informatico e telecomunicazioni (44,9%). L’esperienza è spesso un fattore discriminante per la ricerca del candidato giusto, in particolare per i laureati ai quali viene richiesta nel 79,6% dei casi (contro una media del 67%). Per questo tirocini curriculari e percorsi di alternanza scuola-lavoro che possano fornire ai giovani le giuste attitudini costituiscono uno strumento strategico per andare incontro alle esigenze delle aziende.  Ma a fare la differenza nella scelta della persona da reclutare sono anche le competenze maturate. A 4 dottori su 5 viene richiesto l’utilizzo di tecnologie e strumenti internet e a 1 laureato 2 l’abilità ad applicare soluzioni creative e innovative.

 

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