De Feo: “Morti bianche in aumento, urge cambio di rotta”

“Lavoro sommerso e morti bianche sono per la provincia di Avellino una triste realtà”. E’ quanto afferma in una nota Franco De Feo, segretario generale della Uil Avellino.
“Da anni – aggiunge De Feo – grazie alla collaborazione con gli organi di controllo e le forze dell’ordine prima nell’Osservatorio e poi nel CLES, il Sindacato riesce a monitorare trimestralmente quanto accade nel settore industriale, in agricoltura, nel commercio e nei servizi, e sui cantieri dell’Irpinia.
I numeri del 2010 e del 2011 indicano con chiarezza che siamo ancora lontani da quella mèta prefissataci insieme alle istituzioni locali.
I dati sintetici sono riportati nella seguente tabella
Ed è evidente che la crisi economica ha di fatto peggiorato la situazione rispetto a queste questioni. Nel 2010 le aziende irregolari hanno superato il 60%, il cui 30% erano totalmente a nero; nel 2011 la percentuale, se i dati saranno confermati, più o meno la stessa.
E se gli infortuni sul lavoro nel 2010 sono diminuiti, gli incidenti mortali sono notevolmente aumentati. L’argine che si è provato a costituire, grazie soprattutto all’attività svolta dalle forze dell’ordine, all’Ispettorato del lavoro ed agli altri enti, è evidentemente insufficiente.
Irregolarità e sommerso sono di fatto diventati elementi strutturali del sistema lavoro campano ed irpino.
E se l’edilizia è il settore maggiormente a rischio rispetto al lavoro nero e quindi alla mancanza di sicurezza nei luoghi di lavoro, non possiamo non considerare che il fenomeno è diffuso anche in tanti altri comparti.
Nonostante l’INAIL registri un calo negli ultimi due anni riteniamo che dobbiamo e possiamo fare di più.
Sul piano complessivo è innegabile che siamo di fronte ad un trend positivo di riduzione degli infortuni e della sciagura delle morti sul lavoro. Questa tendenza è ormai affermata da alcuni anni e non è solo il frutto della riduzione della produzione causata dalla crisi.
C’è una più forte attenzione tra i lavoratori e nelle imprese sulla salute e sicurezza del lavoro che va concretizzata facendo di più, realizzando cioè i contenuti della nuova normativa che è stata elaborata negli ultimi due anni ed all’attività di prevenzione sviluppata con la formazione dei preposti, degli addetti e dei datori di lavoro.
La piccola e media impresa, di cui l’Italia è patria, troppo spesso ritiene cosa “normale” violare le norme in materia di contrattualizzazione, a danno proprio della sicurezza dei lavoratori.
Negli ultimi due mesi questa provincia ha avuto ben due vittime ascrivibili alle morti bianche. Un trend negativo che viene confermato costantemente e che conferirà anche all’anno in corso la maglia nera, divisa solita di una provincia che vive una crisi, oltre che economica, sociale.
Il Sindacato confederale e di categoria, in molte occasioni, ha ritenuto di dover sollecitare gli organi preposti e le Istituzioni competenti all’avvio di attività di prevenzione su tutto il territorio provinciale, oltre che di controllo, con la collaborazione e la vigilanza, per quanto riguarda il settore dell’edilizia, degli Uffici Tecnici e delle Polizie Municipali.
Riteniamo sia indispensabile, oggi più che mai, attivare un vero e concreto osservatorio sul lavoro che coinvolga le parti sociali. Senza dimenticare la necessità di riprendere il già costituito tavolo istituzionale di controllo sugli appalti. Soltanto un monitoraggio continuo e un’attività sinergica tra le parti potrà evitare a questa provincia altre morti ed altre lacrime.
Non è ormai più sufficiente la presa d’atto e l’annuncio dettato dall’emozione della tragedia, serve un vero e proprio piano di emergenza. Il rischio è che, date le difficoltà economiche del momento, a rimetterci sia ancora una volta la sicurezza e la legalità. Facce, queste, di una stessa medaglia che non possono prescindere l’una dall’altra.
Il Sindacato è pronto, come lo è stato fino ad oggi, a fare la sua parte fino in fondo, sia rispetto alla prevenzione che alla denuncia di situazioni a rischio, ma la presenza forte e costante delle Istituzioni è imprescindibile se si intende intraprendere un cammino serio e fruttuoso in Irpinia. In caso contrario risulta evidente che le responsabilità, al prossimo incidente mortale, saranno equamente distribuite tra tutti noi.
E’ necessario, quindi, aumentare l’impegno sul versante della prevenzione per eliminare il rischio infortunio, o almeno limitarlo al massimo, è altresì necessario aggredire le malattie professionali poiché i lavoratori sono esposti ad esempio: oltre che al rischio infortunio a quello muscolo scheletrico, al silice, rumore, vibrazioni, contatto con materiali potenzialmente nocivi ecc.
Il lavoro che in provincia di Avellino sta realizzando il C.F.S., ente nato, per volontà delle parti sociali del settore edile, dalla fusione della Scuola Edile e del CPT, è certamente encomiabile e da sottolineare per trasmettere esperienze e collaborazioni anche in altre province.
Formazione e Sicurezza, esperimenti formativi con le Scuole ad indirizzo tecnico, sono elementi che contribuiscono a realizzare una concreta diffusione della cultura sulla salute e sicurezza, in applicazione della normativa di cui al decreto legislativo 626 e successive norme (vedi decreto Leg.vo 81).
Vivo ringraziamento alla Commissione d’inchiesta del Senato ed al Sen. Enzo De Luca per aver scelto la provincia di Avellino quale sede di monitoraggio delle condizioni dei lavoratori rispetto alla tutela della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro”.

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