“Il coraggio della verità”: a Carife l’incontro con Pietro Orlandi per non dimenticare Emanuela

 

Oggi, sabato 7 giugno, a Carife si è tenuto un pomeriggio all’insegna della memoria, della denuncia e della ricerca di verità. Protagonista dell’incontro, svoltosi presso il Museo Archeologico di via Melina, è stato Pietro Orlandi, fratello di Emanuela Orlandi, la cittadina vaticana scomparsa nel 1983 e mai più ritrovata.

L’iniziativa, intitolata “Il coraggio della verità: il caso Emanuela Orlandi”, ha offerto ai presenti un’occasione intensa di ascolto e riflessione. Un momento toccante, in cui la voce di chi da oltre quarant’anni chiede giustizia ha incontrato la solidarietà e l’attenzione della comunità irpina.

«Questo luogo è speciale per me – ha detto Pietro Orlandi – qui è nata mia madre. E quindi, in un certo senso, anche Emanuela ha qui le sue radici. È la prima volta che vengo, ma l’ho immaginato tante volte». Un legame profondo con la terra d’origine, che ha reso l’incontro ancora più significativo.

Orlandi non ha mancato di ribadire le sue accuse al Vaticano: «Dopo tutto questo tempo, non c’è mai stato un incontro con noi. Né con il Papa precedente, né con Papa Francesco. Questo silenzio è un segnale fortissimo. Chi non ha nulla da nascondere, accetta il confronto. Ma da parte loro, solo chiusura».

Un intervento chiaro e accorato, in cui ha sottolineato che verità e giustizia non sono solo parole, ma diritti fondamentali da difendere con determinazione.

L’incontro è stato promosso con il patrocinio del Museo Archeologico di Carife e ha registrato una grande partecipazione di pubblico, visibilmente coinvolto dalla forza morale e dall’umanità del racconto di Orlandi.

«Ciò che mi dà la forza di andare avanti è l’affetto della gente – ha concluso – le famiglie, le madri, chi ha perso qualcuno e continua a lottare. È grazie a loro se non mi fermo».

 

 

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