Giudice di pace, riesplode protesta dipendenti

Giudice di pace, riesplode protesta dipendenti

Dopo un breve periodo di tregua che aveva fatto ben sperare sul futuro dei dipendenti comunali comandati presso l’Ufficio del Giudice di Pace di Avellino è arrivata, in questi giorni, la conferma sui timori di un drastico taglio del numero delle unità confermate nell’incarico presso l’Ufficio giudiziario. Il Presidente del Tribunale di Avellino con proprio decreto ha disposto il ritorno ai comuni di provenienza di ben 5 unità di personale di cancelleria appartenenti ai soppressi uffici di conciliazione. Analoghi provvedimenti sono stati adottati anche per il personale degli Uffici del Giudice di Pace di Chiusano San Domenico e di Lauro. Questi lavoratori sono al servizio dell’amministrazione giudiziaria dal lontano 2001, attraverso provvedimenti di distacco rinnovati di anno in anno. Giova ricordare che tali figure professionali sono rappresentate da dipendenti comunali che in passato avevano operato presso gli uffici di conciliazione, quindi a servizio dell’organizzazione giudiziaria prima dell’istituzione degli uffici del Giudice di Pace. Questo personale, per il quale da anni si chiede la stabilizzazione nei ruoli interni, ha acquisito professionalità specifica per l’attività svolta divenendo cruciale per il regolare funzionamento dell’Ufficio, in quanto l’esperienza maturata in questi anni ha fatto si che divenisse punto di riferimento sia dei magistrati onorari, sia dell’utenza fruitrice dei diversi servizi. La revoca del comando, anche in considerazione della oggettiva carenza di organico del Giudice di Pace di Avellino, comporta una grave perdita per l’Amministrazione giudiziaria con conseguenze sulla funzionalità degli uffici. Ci preme segnalare, ulteriormente, che economicamente questi lavoratori sono ormai da più di otto anni a carico dell’amministrazione giudiziaria, la quale annualmente rimette ai Comuni da cui dipendono, le indennità stipendiali erogate. Per questi lavoratori, alla sopraindicata condizione lavorativa caratterizzata da un continuo stato di incertezza, si aggiunge il fatto che, a causa delle finanziarie approvate dal 2001 ad oggi, e di conseguenza dei vincoli di bilancio a cui i comuni sono assoggettati per quanto riguarda la gestione del personale dipendente, molti di essi sono ormai esclusi dall’attività organizzativa degli enti locali di provenienza e in alcune circostanze, presso comuni strutturalmente deficitari, si è tentato addirittura di procedere alla soppressione dei relativi posti presenti in pianta organica. La dotazione organica dell’Ufficio del Giudice di Pace, privata dell’irrinunciabile contributo del personale comandato, è assolutamente inadeguata rispetto alla P.O. dei magistrati assegnati (con un rapporto dipendenti/magistrati pari appena allo 0,50) ed al notevole carico di lavoro, in costante crescita in seguito all’aumento ed alla attribuzione di nuove competenze. La restituzione del personale delle ex conciliazioni costituisce, quindi, un grave pregiudizio per la funzionalità dell’Ufficio. In tale contesto sta divenendo assolutamente decisivo l’impegno dell’on.le Marco Pugliese che da subito si è mostrato estremamente sensibile ad una tematica che investe direttamente il territorio della Provincia di Avellino e di cui, a livello nazionale, si era già occupato nel mese di giugno 2009, tanto da presentare una specifica proposta di legge insieme ai deputati Bernardo e Pagano recante “Disposizioni per l’immissione dei dipendenti degli enti locali comandati presso gli uffici dei giudici di pace nei ruoli del personale della Giustizia”. L’onorevole Pugliese sta seguendo la situazione con molto interesse ed impegno intervenendo direttamente presso lo stesso Ministro della Giustizia e presso i competenti uffici ministeriali affinchè la vicenda venga valutata con molta attenzione anche alla luce della proposta legislativa presentata e largamente condivisa dagli esponenti di governo e che mira a rendere definitivo il contributo professionale di circa duemila lavoratori al sistema giustizia. Apprendiamo con favore e con rinnovata speranza del personale impegno espresso all’on.le Pugliese dal Ministro Alfano e dai competenti Funzionari della Direzione Generale del Personale che dimostra il forte interesse per garantire la funzionalità della c.d. “giustizia di prossimità” alla quale i cittadini si rivolgono in maniera continua, aumentata ed incessante. Sono sempre maggiori gli strumenti che il Ministero sta mettendo in campo per facilitare ancora di più questo rapporto privilegiato tra il cittadino e gli Uffici del Giudice di Pace attraverso anche il potenziamento della tecnologia informatica e dei servizi online. Tutti avranno avuto modo di vedere nei principali notiziari televisivi nazionali delle scorse settimane, il Ministro Alfano impegnato personalmente a pubblicizzare ed informare dei nuovi servizi in rete offerti ai cittadini ed agli avvocati che consentono la redazione e la presentazione via web di ricorsi al Giudice di Pace oltre a garantire la possibilità di essere costantemente aggiornati sulla evoluzione e sullo stato dei procedimenti di proprio interesse. L’Ufficio del Giudice di Pace di Avellino è uno dei pochi Uffici in Campania che già da tempo riesce a garantire tale servizio in modo puntuale e continuo. Per fare questo, però, occorre un continuo lavoro di aggiornamento delle informazioni relative ai procedimenti che può essere garantito solo con la presenza di personale qualificato e motivato. Questo ridimensionamento del personale comunale mette seriamente a rischio qualsiasi sforzo di miglioramento dell’efficienza e della celerità della giustizia. Auspichiamo che questo autorevole impegno assunto sia dall’on.le Pugliese e sia dal Ministro Alfano e dai Funzionari Ministeriali possa in tempi brevi consentire a tutto il personale comunale di essere confermato nel comando presso l’Ufficio del Giudice di Pace di Avellino a garanzia della funzionalità dei servizi e nel rispetto delle aspirazioni e della dignità personale di ognuno che non può essere mortificata e calpestata dopo dieci anni spesi per l’Amministrazione giudiziaria.

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