Giovani e precariato, Forum di Avellino alla protesta di Roma

Nella nostra provincia i giovani tra i 15 ed i 30 anni sono circa il 20% della popolazione totale (contro una media regionale del 25%). L’invecchiamento della popolazione è dovuto, per larga parte, ad una progressiva diminuzione delle natalità ed ai flussi migratori, che toccano soprattutto le giovani generazioni. L’indice di vecchiaia aumenta, pertanto, inesorabilmente. Il difficile accesso dei giovani ai tortuosi mercati del lavoro e immobiliare è fondamentale per la realizzazione delle intenzioni di uscita dalla famiglia di origine, uno dei principali problemi del Paese. Soltanto il 20,8% dei giovani ha lasciato la casa dei genitori. I cittadini con meno di 30 anni risultano essere ben il 42% degli iscritti ai Centri per l’Impiego della nostra provincia. L’Unione Europea punta sulla flessicurezza: maggiore mobilità, accompagnata da ammortizzatori sociali più efficaci. In Italia i giovani laureati, per i quali lo Stato ha investito in termini di istruzione, si fermano per anni con tirocini, stage, formazione, contratti a tempo determinato di pochi mesi, senza venirne a capo. E’ difficile, quindi, pensare al futuro con serenità. Siamo la più grande risorsa di questo paese. Siamo una generazione precaria: senza lavoro, sottopagati o costretti al lavoro invisibile e gratuito. La precarietà per noi si fa vita, assenza quotidiana di diritti: dal diritto allo studio al diritto alla casa, dal reddito alla salute, alla possibilità di realizzare la propria felicità affettiva. Vogliamo un altro paese. Non più schiavo di rendite, raccomandazioni e clientele. Che investa sulla ricerca, che valorizzi i nostri talenti e la nostra motivazione, che sostenga economicamente chi perde il lavoro, chi lo cerca e chi non lo trova, chi vuole scommettere su idee nuove e ambiziose e chi vuole formarsi in autonomia. Per tutti questi motivi, il Coordinamento Provinciale dei Forum della Gioventù della Provincia di Avellino aderisce con convinzione alla manifestazione regionale che si terrà il 9 aprile a Napoli contro la precarietà, e invitiamo tutti a scendere in piazza, perché i giovani non sono il futuro, sono il presente: il nostro tempo è adesso, la vita non aspetta.

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