Ex Gil, Capossela: “La questione va chiarita”

AVELLINO – “La struttura, progettata dall’architetto Del Debbio nel 1933, avrebbe dovuto, nelle previsioni del Progetto Integrato “Città di Avellino” (Operazione cofinanziata con fondi UE nell’ambito del POR Campania 2000/2006), riscoprire la sua funzione di luogo di aggregazione sociale, anche attraverso un ambizioso progetto: realizzare il tempio del cinema irpino. Questi erano i sogni della precedente amministrazione comunale a cui si sono aggiunti i silenzi colpevoli e l’assoluta inerzia dell’attuale amministrazione, sempre targata centro-sinistra. Tutto tace e non si comprende se la giunta Foti abbia la volontà di completare la ristrutturazione del complesso immobiliare ex GIL per renderlo funzionale. Tenendo ben presente che il prezzo per l’acquisizione definitiva del complesso ex GIL dalla Regione Campania è pari ad € 1.198.500,00, e che il Comune di Avellino liquidava un acconto pari ad € 719.100,00 alla Regione, come determina dirigenziale n.828 del 11/05/06”. A parlare è il Presidente del Movimento Azione Sociale di Avellino, Francesco Capossela, che esorta quindi l’Amministrazione Comunale a chiarire la questione ex GIL e a prestare maggiore attenzione ai giovani avellinesi che non hanno sbocchi culturali. “ Nella nostra città – prosegue Capossela – i ragazzi che vogliono vivere e creare, attraverso movimenti ed aggregazioni, meritano spazi, sedi e posti dove riunirsi e potersi confrontare. Restiamo in attesa di conoscere a chi verranno assegnate le stanze dei locali dell’ex GIL per capire se realmente si darà spazio e voce a tutti i giovani, in quanto già ci sono state richieste in merito, e per comprendere se l’amministrazione vorrà privilegiare qualcuno a discapito di altri. Ben vengano gruppi attivi e pronti a dare un contributo alla comunità. Ci auguriamo che si tratti di ragazzi pronti a dare una mano al prossimo con azioni di volontariato, e che si evitino incontri sterili ed inutili. In una provincia che deve affrontare le gravi emergenze del lavoro e della perdita di sicurezze sociali anche le nuove generazioni devono svolgere la propria parte attiva”.

SPOT