Conferenza Episcopale, anche Avellino per salvaguardia ambientale

Nei giorni scorsi, le chiese della Campania si sono incontrate con le comunità territoriali per ricostruire il cammino di risveglio civile compiuto, presentare dubbi e ansie persistenti, raccontare la diffusa speranza di poter ricostruire le varie realtà cittadine. Dopo il Convegno “Ricostruire la città”, il 27 settembre, nel Santuario “Mia Madonna mia salvezza” a San Cipriano d’Aversa, si è svolto un incontro di riflessione e di preghiera “Tu visiti la terra e la disseti”, promosso dalla Confer…

Nei giorni scorsi, le chiese della Campania si sono incontrate con le comunità territoriali per ricostruire il cammino di risveglio civile compiuto, presentare dubbi e ansie persistenti, raccontare la diffusa speranza di poter ricostruire le varie realtà cittadine. Dopo il Convegno “Ricostruire la città”, il 27 settembre, nel Santuario “Mia Madonna mia salvezza” a San Cipriano d’Aversa, si è svolto un incontro di riflessione e di preghiera “Tu visiti la terra e la disseti”, promosso dalla Conferenza Episcopale Campana, presieduto da S. Em. card. Crescenzio Sepe (Presidente della Conferenza Episcopale Campana), con mons. Fabiano Longoni, Direttore dell’Ufficio Nazionale Problemi sociali e lavoro, e con mons. Giancarlo Maria Bregantini, Presidente della Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace. Erano presenti per la diocesi di Avellino, insieme al Vescovo Francesco Marino, l’ufficio di Pastorale sociale e del lavoro e il Movimento Irpino per il Bene Comune (Mibc).
“La Tutela e la Custodia del Creato e dunque inesorabilmente quella dell’ambiente costituisce una sfida per l’umanità intera: si tratta del dovere, comune e universale, di rispettare un bene collettivo, destinato a tutti” – ha sottolineato Elena Iannaccone del Mibc – “è una responsabilità che deve maturare in base alla globalità della presente crisi ecologica. Tutti necessariamente (individui e soggetti istituzionali) hanno il compito di prevenire e promuovere concretizzando valide soluzioni. In primis passare dalla denuncia alla proposta, dall’indignazione all’impegno, guardare a quei semi di bene su cui investire puntando con grande impegno sull’educazione delle coscienze di ragazzi-uomini-donne, educare a stili di vita capaci di custodire e coltivare il futuro di questa terra perché sia ancora così come ce l’ha consegnata Dio. La terra non può più ammalarsi e non può spezzare ancora vite umane. Il primo punto di partenza è la coscienza dell’uomo stesso e la terra ‘bene comune’ è sempre più martoriata dalle azioni più illecite e dalle scelte più egoistiche dell’uomo. Il degrado esterno manifesta la corruzione interiore del cuore e dei valori fondativi della vita. Le ferite della terra sono manifestazione di un malessere più profondo che va curato e combattuto, estirpato”.

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