
Avellino – Il Pronto Soccorso dell’Ospedale “Moscati” è nuovamente al centro della crisi sanitaria in Irpinia. Oltre 80 pazienti in attesa, tempi di permanenza che superano le 24 ore, e un’organizzazione sotto pressione. Ma il problema non riguarda solo l’emergenza: si tratta del fallimento complessivo della sanità territoriale, che non riesce più a offrire assistenza adeguata al di fuori degli ospedali.
A lanciare l’allarme è il dott. Gianpaolo Palumbo, ex primario del Pronto Soccorso del Moscati:
“La vera emergenza è che non esiste più assistenza domiciliare. I cittadini si riversano negli ospedali anche per situazioni gestibili altrove, perché mancano servizi, personale e una vera medicina territoriale. Il sistema è scoperto.”
Palumbo sottolinea anche la mancanza di medici, acuita dal numero chiuso nelle facoltà di Medicina, e da una scarsa programmazione nazionale.
“Non si può più attendere. Il sistema ha bisogno di un intervento strutturale immediato
Perfetto! Ecco l’articolo definitivo aggiornato con tutte le informazioni corrette, comprese:
- la situazione critica del Pronto Soccorso del Moscati
- il commento del dott. Gianpaolo Palumbo
- la precisazione sull’ortopedia, il potenziamento di Solofra
- l’urgenza di una vera rete di assistenza territoriale
Pronto Soccorso del “Moscati” al collasso: pazienti in attesa e carenza di medici. Palumbo: “Serve subito assistenza territoriale”
Avellino – Il Pronto Soccorso dell’Ospedale “Moscati” è al limite: ieri oltre 80 pazienti in attesa, alcuni da più di 24 ore, in un contesto che denuncia il fallimento dell’organizzazione sanitaria territoriale. A mancare, infatti, è una rete strutturata di presa in carico che consenta di gestire le urgenze minori fuori dai reparti ospedalieri.
A intervenire è il dottore Gianpaolo Palumbo, ex primario del Pronto Soccorso del Moscati:
“Oggi non esiste più un sistema di assistenza domiciliare efficace. I cittadini si riversano in ospedale anche per disturbi che un tempo venivano gestiti dal medico di base o con un presidio territoriale. Il territorio è scoperto, e il Pronto Soccorso diventa l’unico punto di riferimento, con conseguenze disastrose”.
Palumbo punta anche il dito contro la carenza di personale medico:
“Il numero chiuso nelle facoltà di Medicina ha ridotto drasticamente il ricambio generazionale. Mancano medici, infermieri, e interi reparti operano sotto organico”.
Ortopedia: presente e potenziata, ma serve una linea trauma
Contrariamente a quanto si potrebbe percepire, l’ortopedia al Moscati continua a essere presente in maniera costante e operativa, senza se e senza ma. Anzi, il reparto è stato potenziato con il raddoppio dell’attività presso il plesso di Solofra, dove si concentrerà l’attività chirurgica elettiva.
Alla luce di questa riorganizzazione, secondo Palumbo,
“È ormai indispensabile creare una linea dedicata esclusivamente al trauma, con nuove assunzioni e personale specializzato. La traumatologia del Moscati, oggi, presenta numeri sovrapponibili a quelli del Cardarelli di Napoli, ma gestita con almeno dieci unità mediche in meno. È una sfida enorme che non può essere ignorata”.
La richiesta: ripensare l’assistenza territoriale
L’appello degli operatori è unanime: non si può più lasciare l’intero peso dell’emergenza sugli ospedali. Serve un investimento immediato su:
- medicina territoriale
- assistenza domiciliare strutturata
- case della comunità e presidi intermedi
- linee dedicate nei reparti di urgenza per i casi specifici, come la traumatologia
Solo così si potrà alleggerire il carico sui Pronto Soccorso e garantire il diritto alla salute a una cittadinanza sempre più stanca e sfiduciata.