Bonito, l’appello di Gaetano: “Per l’invidia chiudo il museo”

L’APPELLO – Ha impiegato un quarto di secolo per raccogliere e conservare cimeli, ninnoli, oggetti del passato remoto e recente. Gaetano Di Vito, 36 anni, falegname per mestiere e ricercatore di cose perdute per passione, ha tirato su a Bonito in vico Masaniello un originale e colossale museo del tempo andato che lui ha saputo abilmente ricomporre. Ebbene, da qualche mese il Museo delle Cose Perdute è chiuso al pubblico e alle visite di comitive e scolaresche da quando la perfidia, e l’ig…

L’APPELLO – Ha impiegato un quarto di secolo per raccogliere e conservare cimeli, ninnoli, oggetti del passato remoto e recente. Gaetano Di Vito, 36 anni, falegname per mestiere e ricercatore di cose perdute per passione, ha tirato su a Bonito in vico Masaniello un originale e colossale museo del tempo andato che lui ha saputo abilmente ricomporre. Ebbene, da qualche mese il Museo delle Cose Perdute è chiuso al pubblico e alle visite di comitive e scolaresche da quando la perfidia, e l’ignoranza soprattutto, di qualche anonimo ha inviato un’ispezione nella palazzina donata a Gaetano da una nobildonna e benefattrice locale, Rosaria Pagella, passata a miglior vita. “Mi spiace non poter aprire il museo alla gente e agli studenti come ho sempre fatto in questi anni- esclama con una voce graffiata dalla commozione Gaetano Di Vito mentre allarga le braccia girando per le stanze stracolme di oggetti-. Sono venuti a fare un controllo e mi hanno imposto di evitare di farlo visitare per una serie di disposizioni di sicurezza. Capisco, però, mi sembra tanto un’ingiustizia e un’esagerazione”. Il candore di Gaetano stride con la malvagità di chi nell’anonimato gli ha rifilato un tiro mancino. Pertanto da settimane il Museo di vico Masaniello è chiuso ai visitatori. Gaetano lo apre solo per spolverare gli oggetti incalcolabili che lo abitano, e per aggiungerne altri alla sconfinata ed esclusiva collezione.

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